Dark wave from Pesaro: intervista a Manu Magnini

Dj, songwriter, membro di diverse band. Ho avuto il piacere di dialogare con Manu Magnini, cucinando assieme a lui un risotto alla salvia, nella sua soffitta cosparsa di nero, di rosso e di scheletri appesi.

Manu, partiamo dal principio, dagli albori: quando sei nato?

Io il mese lo dico ma l’anno no, proprio per scelta. Il 10 Agosto.

Quando hai capito che la tua vita era la musica?

Verso i 20 anni.

Come hai iniziato?

Ho iniziato suonando la chitarra elettrica. Avevo sentito dei gruppi punk, fra cui i Sex Pistols, di cui adoravo il suono violento. Poi sono approdato anche al grunge dei Nirvana.

E poi come sei arrivato alla darkwave?

Alla dark wave ci sono arrivato dopo essere entrato nel mondo grunge… Posso mettermi a cucinare intanto?

Certo.

dark wave manu magnini
Manu Magnini al Porto di Pesaro

Diciamo che sono cresciuto col suono di questa musica anni ’80, sound che inizialmente rifiutavo. Poi ho scoperto le virtù antidepressive del post punk e non l’ho più mollato.

Sono d’accordo. Credo che potersi vestirsi di nero, poter cantare liberamente le proprie ansie, le proprie paure, le proprie depressioni, senza dover per forza rientrare in un canone di “forzatamente felice” sia molto confortante.

Già, mi tira su molto.

Se volessimo fare una cronologia delle tue band invece?

I Container 47 sono il primo gruppo nato, ispirato alla scena no wave newyorkese. Tipo i Sonic Youth. Poi sono venuti i Disco Death e i Versailles. Nell’ultimo anno invece è nato il mio gruppo solista Dissonics del quale a breve uscirà il disco. Alla chitarra elettrica accosto questa volta il suono elettronico dei sinth costruendo un tessuto musicale in cui elektro, dark e noise si incontrano in un mix unico. Aspetta che accendo un attimo il fornello.

…ommioddio. Ma versi già il riso? L’acqua non bolle. Fai come i giapponesi!

Eh sì. Questo è basmati misto a riso integrale. Viene bene così.

dark wave Manu Magnini
Guitar solo

Vedremo! E invece che mi dici della tua esperienza di DJ?

L’intento era quello di guadagnare due soldi: ho iniziato al Fuzz di Pesaro, pagato una miseria (20 euro per tutta la serata) e non era facile sostenere un pubblico che reclamava costantemente cambi di programma, con commenti come “Vogliamo questo, vogliamo quello, cambia, fai schifo…”. La gavetta fu dura e traumatica. Ancora adesso preferisco suonare dal vivo. Ma anche il Dj è interessante, ora come ora: ho l’opportunità di partecipare a feste, eventi, in una modalità chill. Quello che mi piace quando metto i dischi è osservare il mio pubblico e fare in modo che tutti si divertano. Ogni avventore ha delle predilezioni particolari. Io assecondo i loro gusti… una festa deve essere divertente, altrimenti che festa è? In ogni caso, credo che un concerto live possa essere definita “vera musica”. Un Dj non potrebbe mai definirsi “musicista” ma, piuttosto, un operaio della musica.

dark wave Manu Magnini
Cathatonik dj set

Qual era il tuo primo nome da Dj?

Ne avevo due: Man-u oppure Cathatonik, come l’attuale, che a volte non mi piaceva più e dunque cambiavo. Poi mi invitarono, nel 2009, a partecipare al Moonlight Festival di Fano come Dj. Là mi consigliarono di tenere sempre il nome Cathatonik e non l’ho più cambiato. Era un evento molto grosso, fu un grande successo per tutta l’associazione.

Attualmente lavori come dj per serate BDSM, in cui la musica post punk si lega al gioco kinky… Che ne pensi di questo mondo?

Ho iniziato mettendo i dischi al Decadence di Bologna, è stata molto dura entrare ma alla fine ce l’ho fatta e ne è valsa la pena; cosa ne penso di questo mondo? La gente ha opinioni contrastanti: c’è chi frequenta una volta e capisce che non è un’esperienza adatta alle proprie corde, c’è chi invece se ne innamora, c’è chi giudica, chiedendosi “ma chi sono questi zozzoni, perché fanno così”? Io, mettendo la musica, mi diverto comunque.

Manu Magnini

Ora stanno cominciando a riaprire un po’ di eventi. Sei contento?

Certo! Finalmente. Cominciavo a essere preoccupato e demotivato… col lavoro che faccio, è fondamentale che questo genere di eventi possa ripartire.

Speriamo che la popolazione si vaccini per intero il prima possibile, così da poterlo permettere!

Speriamo davvero… Nel frattempo… Buon appetito!

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