È reato in Spagna intralciare chi sta per abortire

Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per provare a mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo dell’approvazione di una modifica del Codice penale spagnolo: ora in Spagna è reato intralciare chi si reca in ospedale o in clinica per svolgere un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG).

Una precisazione: dato che nel testo ufficiale del Codice penale si parla espressamente di donne, anche in questo articolo si utilizzerà spesso il termine donne. Nonostante ciò, si ricorda che non ricorre all’IVG solo chi si identifica nel genere femminile. L’espressione più inclusiva e corretta sarebbe “persone con utero”, ma questa non è presente nel testo della legge.

Il Senato spagnolo ha approvato in via definitiva un’importante modifica del Codice penale relativa ai diritti riproduttivi. È ora reato molestare e intimidire chi si reca in ospedale o in una clinica per interrompere la gravidanza. Come ne ha parlato la stampa italiana?

Il Post spiega che a sostenere tale legge è stato il partito socialista del Primo ministro Pedro Sánchez. La modifica era già stata accolta positivamente dalla Camera e il 6 aprile è stata approvata anche dal Senato. È entrata in vigore il 12 aprile, con la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Qual è la pena per chi compie «atti molesti, offensivi, intimidatori o coercitivi che ledano la sua [della donna] libertà»? La reclusione da tre mesi a un anno o lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. La stessa pena è prevista per chi tenta di intimidire il personale sanitario che esegue gli aborti.

Nonostante la notizia sia riportata nella sezione Bits, dedicata alle flash news, viene accompagnata da un approfondimento sullo stato dei diritti riproduttivi in Spagna. In un paese che ha depenalizzato interamente l’aborto fino alla 14esima settimana nel 2010, i medici obiettori e i movimenti contro l’aborto hanno guadagnato molto terreno, ostacolando sensibilmente l’accesso all’IVG.

L’articolo si conclude citando un recente rapporto dell’Associazione spagnola che riunisce le cliniche accreditate per l’interruzione della gravidanza: «l’89 per cento delle donne che hanno abortito in Spagna si sono sentite molestate e il 66 per cento minacciate».

VD News ricorda che – come spiegato in precedenza – la riforma del Codice penale condanna anche chi minaccia od ostacola il personale sanitario. Il focus viene poi subito spostato sul contesto italiano, in cui i movimenti anti-choice (anche detti pro-vita) penetrano all’interno delle strutture ospedaliere.

Infine si fa un riferimento ad altri Paesi europei ed extraeuropei. La tendenza diffusa sembra quella di rendere i diritti riproduttivi sempre più inaccessibili.

Fanpage, invece, racconta le manifestazioni organizzate dai movimenti anti-choice, che si sono verificate anche fuori dal Senato dopo l’approvazione della legge in questione. «Questi collettivi contro l’aborto si riuniscono spesso fuori dalle cliniche e cercano di convincere le donne a non entrare. Per farlo recitano slogan, pregano, mostrano cartelli o fanno vedere alle donne piccoli feti di plastica. Quindi provano a convincerle a salire su un furgone dove far sentire loro il battito del cuore del feto». Le testimonianze riportano violazione della privacy, tentativi di manipolazione e aggressioni.

Infine l’articolo di Vanity Fair si apre con una fotografia scattata proprio durante una manifestazione antiabortista. Il cartello in primo piano recita “No es tu cuerpo, está en tu cuerpo” (Non è il tuo corpo, sta nel tuo corpo), riprendendo e rovesciando il tradizionale slogan “Il corpo è mio e decido io”. L’articolo rivela che il Primo ministro Sánchez sta lavorando a una legge che dovrebbe garantire lo svolgimento di IVG in tutti gli ospedali pubblici del Paese. Al momento infatti, per via del gran numero di obiettori, è possibile abortire solo in alcune strutture, rendendo scoperte intere aree della Spagna.

Un’ulteriore direzione verso cui sta lavorando il governo in termini di diritti riproduttivi riguarda l’IVG per le donne minorenni. L’obiettivo è far sì che chi ha meno di 16 e 17 anni possa interrompere una gravidanza senza il consenso dei genitori.

Leggo, scrivo e ne parlo. Sono una giornalista, un'insegnante. Mi occupo di diritti e conduco il podcast Cristianə a chi?

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