Innovazione sociale nelle aree urbane: cap. 1 – Milano

“Innovazione sociale nelle aree urbane” è una raccolta di panoramiche sulle città che hanno messo al centro delle loro politiche locali lo sviluppo sostenibile per migliorare il benessere della comunità. In questa nuova rubrica di The Pitch viaggiamo alla scoperta di alcune città europee e del loro tessuto innovativo e sociale. Il primo articolo della serie è dedicato a Milano, definita da molti la prima “smart city” italiana.

Innovazione e innovazione sociale, facciamo chiarezza

Innovare è un concetto comune e tutti hanno un’idea di cosa sia un’innovazione. Tuttavia, la teorizzazione scientifica di questo termine è piuttosto recente. Il primo a pubblicare un saggio sul significato di innovazione è stato l’economista austriaco Joseph Schumpeter, che agli inizi del Novecento, all’interno della sua “Teoria dello Sviluppo Economico”, definì un’innovazione come “la prima introduzione nel sistema economico e sociale di un nuovo prodotto, procedimento o sistema che altera gli equilibri esistenti”. La sua teoria si basava dunque su una concezione di di innovazione quale cambiamento dinamico dello status quo. Questa definizione era per i tempi parecchio rivoluzionaria, dal momento che contestava aspramente i principi dell’economia classica e neoclassica, che proponevano modelli economici e sociali statici.

Joseph Schumpeter (1883-1950)

Diverso è invece il concetto di innovazione sociale. Sebbene questo termine non sia nuovo, e gran parte del progresso umano sia un esempio concreto di questo fenomeno, l’innovazione sociale è stata definita correttamente solo negli anni 2000. La teorizzazione più nota dell’innovazione sociale è quella elaborata da Murray, Caulier-Grice e Mulgan, tre docenti universitari considerati i padri dei moderni studi su questa materia. I tre accademici inglesi affermano che l’innovazione per essere sociale deve esserlo sia nel suo fine che nei suoi mezzi, ovvero deve fondarsi su una nuova idea che contemporaneamente soddisfi i bisogni sociali e crei nuove relazioni o collaborazioni.

In questa logica, l’innovazione sociale si riferisce alla progettazione e l’implementazione di nuove soluzioni, che comportano cambiamenti volti a migliorare il benessere degli individui e delle comunità. Alcune delle innovazioni sociali più note sono ad esempio il microcredito, il crowdfunding, i SIB (Social Impact Bonds) e la sharing economy.

Milano smart vibes

Negli anni pre e post Expo 2015 Milano e la sua area metropolitana sono cresciute esponenzialmente, al punto tale che il capoluogo lombardo è oggi un centro attivo di innovazione sociale. Grazie al suo dinamismo e al continuo emergere di start up, la continua generazione di idee e soluzioni e lo sviluppo di più settori industriali all’interno della città, Milano può essere a tutti gli effetti considerata un Cluster of Innovation (COI). I COI sono hot spot economici in cui le nuove tecnologie possono essere sviluppate rapidamente e dove le condizioni finanziarie e umane favoriscono la nascita di nuove imprese e l’introduzione di nuovi modi di fare impresa. In questi ecosistemi innovativi, start-up, imprese mature e servizi pubblici lavorano insieme in una gamma di settori più ampia rispetto alla tecnologia e ai cluster aziendali.

Fotografia di City Life a Milano

Milano cresce demograficamente e ne sono un indice i numeri di persone e attività imprenditoriali. La città conta circa 1 milione e 300 mila abitanti, e nel solo 2021 ha fatto registrare 818 nuove startup, in assoluto il dato più alto tra tutte le province italiane. Tra queste, la maggior parte hanno un intento sociale. Seguendo i principi proposti dalla Commissione Europea, Milano ha dichiarato sette obiettivi principali per raggiungere il rating di “città intelligente”. Tra questi l’internazionalizzazione della città, la crescita di una mobilità urbana sostenibile (mobilità condivisa e peer-to-peer), il miglioramento delle politiche energetiche e ambientali, la promozione dell’inclusione sociale, il benessere del cittadino, la semplificazione della pubblica amministrazione e l’aumento dell’imprenditorialità. Tutto ciò ha portato Milano ad affermarsi in breve tempo come la prima smart city italiana e oggi è considerata una delle città più innovative del vecchio continente.

Negli ultimi anni molte iniziative sono nate anche grazie al supporto dell’amministrazione comunale. Non a caso la città è arrivata nel 2020 tra le finaliste per il premio di capitale europea dell’innovazione, grazie a una serie di interventi incentivati dall’amministrazione pubblica (approccio top-down) e altri che invece sono emersi spontaneamente con un modello dal basso verso l’alto (bottom-up) grazie agli sforzi di singoli cittadini.

Tra le iniziative della prima tipologia troviamo otto incubatori specializzati in innovazione sociale. Alcuni esempi di successo in questo campo sono PoliHub, un progetto sviluppato dal Politecnico di Milano incentrato sulle innovazioni hi-tech che ospita 40 realtà innovative ed è in grado di generare 300 posti di lavoro, Base, uno spazio dedicato alle imprese creative, e FabriQ, un incubatore nato nel 2014 a Quarto Oggiaro che viaggia sul doppio binario delle politiche di attivazione dell’imprenditorialità sociale giovanile e quelle di rigenerazione urbana e riqualificazione della vita di quartiere.

Oltre agli incubatori, è elevato anche il numero di spazi di co-working in diverse aziende milanesi. Questi luoghi innovativi rappresentano il presente e il futuro dell’odierno concetto di luogo di lavoro, e anche qui Milano dimostra di essere al passo con i tempi. Parole come collaborazione, open-space, contaminazione reciproca, co-progettazione e lavoro di squadra, infatti, sono da anni pane quotidiano nel linguaggio aziendale milanese.

Fotografia dell’incubatore PoliHub

La città sta inoltre assistendo alla diffusione di numerosi progetti sociali, culturali e di piccola imprenditorialità sviluppati dal basso grazie a fenomeni associativi. Un caso esemplare in questo campo è rappresentato da Mare Culturale Urbano, un centro culturale nato nella zona ovest di Milano con l’obiettivo di costruire un nuovo modello di sviluppo territoriale che metta in primo piano la situazione delle periferie. Questo progetto ha l’ambizione di creare benessere culturale e sociale condiviso, libero dalle disuguaglianze, dall’esclusione sociale e dalle barriere intergenerazionali. Il centro, che si trova all’interno del complesso di housing sociale Cenni di Cambiamento vicino al quartiere San Siro, è anche uno spazio polifunzionale in cui si trovano un ristorante, una birreria artigianale, un coworking e sale prova. Aperto da maggio 2016, ospita durante l’anno concerti, cinema, festival e attività per bambini. L’amministrazione comunale ha cercato di sostenere questo tipo di idee nate dai singoli cittadini, svolgendo un ruolo di supporto non solo per promuovere un gran numero di iniziative e luoghi di innovazione sociale, ma anche per creare un ecosistema permanente di imprese a forte impatto innovativo.

Ne è un esempio il progetto Miracolo a Milano, ideato da Fondazione Triulza e realizzato con il sostegno di Fondazione di Comunità Milano onlus per sostenere cooperative e start-up sociali nell’avvio di progetti di innovazione a impatto sociale nelle realtà del Terzo Settore e dell’Economia Civile, quale strumento di uscita dalla crisi e garanzia di servizi alle persone in difficoltà. Prevede un percorso di analisi dei bisogni e di accompagnamento, grazie ad una ricca “banca delle competenze” e a contest finali per dare vita a progetti di innovazione e a nuove realtà imprenditoriali.

Sapessi com’è facile innovare a Milano

Analizzando le esperienze cittadine, è facile capire perché aziende, investitori e cittadini vedono in Milano un centro dove far nascere nuovi progetti. Al momento innovare qui è più facile che altrove. Milano è la prima area metropolitana in Italia per innovazione e una delle migliori in Europa per sviluppare nuovi prodotti e servizi e commercializzarli a livello locale e globale. La combinazione di dinamismo imprenditoriale, disponibilità di capitale, aziende vecchie e nuove, istituzioni accademiche e di ricerca è unica. Più che altrove, qui l’amministrazione pubblica ha compreso il ruolo degli investitori e delle imprese per favorire l’innovazione e la crescita economica, nonché l’importanza dei legami con altri poli dell’innovazione. Il background imprenditoriale di Milano è ancora in forte crescita e grazie agli investimenti privati ​​e ai fondi pubblici, la città è destinata a diventare un vero e proprio punto di riferimento per il futuro sviluppo economico e sociale italiano ed europeo.

Emanuele (25), laureato in management internazionale, ha studiato e lavorato a Londra e nei Paesi Bassi. È appassionato di innovazione sociale, economia e sostenibilità. Ama scrivere, conoscere, imparare le lingue e viaggiare.

la tua finestra sul mondo

Iscriviti alla newsletter:

    SEGUICI: