Serve ancora la leva?

La leva o coscrizione è un argomento sensibile tra le opinioni pubbliche internazionali. Sin dai primi giorni dell’operazione lanciata contro l’Ucraina, ci si è chiesto quale sia stata la reazione della popolazione russa all’impiego di giovani coscritti.

LE ORIGINI DELLA LEVA CONTEMPORANEA

La leva sin dalla sua introduzione nell’età moderna ha rappresentato un vero e proprio cambiamento sociale, incidendo sulla vita della popolazione soggetta. La rivoluzione francese introdusse la leva come obbligo e diritto del cittadino di difendere la propria nazione. Essa separava, dal punto di vista ideologico, l’antico regime dalla nazione rivoluzionaria basata sul cittadino in armi.

 Il suddito si aspettava che fosse il sovrano a garantire protezione e sicurezza; mentre il cittadino delle rivoluzioni atlantiche imbracciava le armi per difendere gli interessi propri e delle proprie famiglie (Rivoluzione Americana) e per diffondere i principi di libertà e uguaglianza (Rivoluzione francese). Si passa, in altre parole, alla difesa condivisa.

E’ evidente che i rivoluzionari avessero anche bisogno di “carne da cannone”, dovuta all’evoluzione della guerra post rivoluzionaria. Il modello della leva rivoluzionario fu portato in tutta Europa, dando così principio agli eserciti che si sarebbero scontrati in tutte le guerra continentali fino alla Seconda Guerra Mondiale.

Dove la componente ideologica e morale era forte, questi eserciti di leva combatterono e ottennero degli ottimi risultati. Laddove vi era una scarsa convinzione e si percepiva l’obbligo e la lontananza dagli obiettivi politici l’impiego della leva in operazioni militari è fallito miseramente.

IL CASO RUSSO

Sin dall’inizio delle ostilità tra Russia e Ucraina i media occidentali si sono chiesti che tipologia di truppe fosse impiegata da Mosca. Dopo un primo momento di negazione dell’impiego di coscritti, oggi è chiaro che giovani militari, con scarso addestramento siano impiegati nelle ostilità.

In sintesi, l’organizzazione militare russa prevede quattro gruppi principali: ufficiali, (un gruppo molto piccolo di) sottufficiali, personale a contratto e coscritti.

Storicamente, la Russia ha utilizzato la leva per garantirsi un grosso bacino di personale addestrato, in caso di mobilitazione per una grande guerra. Questo approccio è orientato anche alla riduzione dei costi di una grossa impalcatura territoriale.

Oggi, la Russia richiede a tutti i cittadini maschi di età compresa tra i 18 ei 27 anni di registrarsi per la leva, normalmente per la durata di un anno, e quindi passare allo stato di riserva obbligatoria.

È inoltre generalmente vietato l’impiego all’estero. Questo aspetto costituirebbe il nodo della questione interna. Tuttavia, l’impiego dell’esercito di leva in operazioni lontane e fuori dal territorio nazionale ha dimostrato, generalmente, la scarsa efficenza, in quanto morale e componente ideologica sono molto bassi.

Quanti sono i militari russi?

Questa questione è stata inoltre recentemente sintetizzata da Suzanne Freeman su politico.eu, dimostrando come la mancanza di obiettivi chiari e condivisi tra politica e forze sul campo dia scarsi risultati operativi.

La Russia attualmente schiera un esercito in servizio attivo di poco meno di un milione di uomini. Di questi, circa 260 mila sono coscritti e 410 mila sono volontari.

L’aumento dell’impiego di militari di leva per Mosca costituirebbe la tacita ammissione delle difficoltà operative incontrate. Tuttavia, si sente da giorni parlare che presto dal Cremlino si passerà dall’ operazione speciale alla guerra. Questo implicherà per le forze di Mosca l’attuazione di ciò che è per noi il codice penale militare di guerra con tutto ciò che ne consegue in termini di misure contro diserzione,renitenza e ammutinamento. Qualora tale legislazione non sia già in atto per l’operazione speciale.

LA LEVA SERVE?

L’impiego di militari di leva in una operazione offensiva può avere gli effetti appena descritti, mentre diverso è il caso della difesa della propria nazione. Tuttavia occorre premettere quale sia il vero scopo della leva. Ovverro occorre riportatre il significato a quello della difesa degli interessi di una comunità.

Spesso si parla, anche in Italia, di ripensare la leva, ma frequentemente viene attribuito a questa proposta un valore educativo che esula dalle funzioni di una forza armata.

L‘aspetto motivazionale ed etico è alla base del cittadino che si trova a servire in armi la propria comunità. Non a caso gli esempi di coscrizione funzionanti sono quelli con un’altissima motivazione ideologica che le nazioni interessate insegnano sin dai banchi di scuola.

Esercito israeliano

A esempio la forza morale e ideologica dell’Israel Defense Forces (IDF) sono altissimi. Gli obiettivi dell’IDF legati alla sicurezza sono di difendere l’esistenza, l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato d’Israele; scoraggiando tutti i nemici e frenare tutte le forme di terrorismo che minacciano la vita quotidiana. Ma prima di vestire l’uniforme il cittadino di Israele impara ad amare la propria comunità, ne conosce i miti fondativi e la storia. Questi elementi costituiscono il substrato entro cui agisce l’addestramento militare.

Simile al modello israeliano è quello svizzero, dove il coscritto è il cittadino chiamato a difendere il proprio territorio dalla minaccia percepita.

SVIZZERA: UNO STATO CASERMA?

La Svizzera non ha un esercito, la Svizzera è un esercito, così si diceva durante la guerra fredda. Tale modello ridotto dopo il 1991, e riformato con la legge Esercito XXI, è l’ordinamento della difesa svizzera. Il principio della milizia territoriale è alla base del modello svizzero. La milizia ha origini remote in Europa, si annovera ad esempio quella paesana sviluppata nei possedimenti sabaudi. Ogni comunità offriva al sovrano un certo numero di coscritti che si riunivano periodicamente in esercitazioni. Così la Svizzera ha mantenuto questo sistema, creando legame territoriale a quello morale e ideologico che viene offerto nel percorso scolastico ed educativo del cittadino.

La leva in Svizzera è un obbligo per tutti i cittadini

L’obbligo di prestare servizio militare inizia con la registrazione a 18 anni. A seconda del ruolo e del grado che si raggiunge il cittadino svizzero è chiamato alle armi. La ferma scade a dieci anni dalla nomina a soldato e fino a 50 anni per specialisti e graduati.

A seconda del grado rivestito il cittadino svizzero è obbligato a presentarsi alle istruzioni militari periodiche. Questo modello di milizia territoriale offre una garanzia di efficienza in quanto si base su una forte componente morale.

PUO’ ESSERE ANCORA UTILE?

Discutere sull’utilità della leva dovrebbe servire a costituire e diffondere la cultura della sicurezza condivisa. Lungi dal riportare il discorso indietro nel tempo, una nuova riflessione dovrebbe porre la comunità nazionale di fronte alle sfide e agli obiettivi futuri. L’antico motto rivoluzionario di cittadino-soldato dovrebbe essere declinato nel dibattito presente.  Ripensare la leva vuol dire rendere il cittadino consapevole dei legittimi interessi della collettività.

Emanuele Di Muro. Si diletta a correre maratone attraverso i sentieri della storia.Il suo anno di nascita ha irrimediabilmente condizionato la sua propensione a elaborare strampalate previsioni geopolitiche.#Runninginhistory

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