La politica estera odierna della Russia in continuità con il passato

La politica russa nell’area mediterranea sembra tenere una costante a prescindere da chi abita il Cremlino. L’analisi politica della percezione di sicurezza russa ci viene fornita da uno dei più importanti ambasciatori dello scorso secolo: Pietro Quaroni.

ATTIVITA’ DIPLOMATICA

Nel maggio 1944 il governo Badoglio inviò Pietro Quaroni, dopo una lunga e proficua esperienza in Afghanistan, come suo rappresentante a Mosca. La sua lucidità di analisi fece comprendere al governo italiano i primi scontri tra i Paesi vincitori della Seconda Guerra Mondiale. Egli individuò la fine della collaborazione bellica, esponendo la teoria delle zone di influenza. Questa pratica, negata ufficialmente, era applicata soprattutto da Mosca.

I RAPPORTI DELL’AMBASCIATORE ALL’ ITALIA

Tra i rapporti sulla politica mediterranea della Russia, Quaroni individuò delle aree importanti per Mosca. All’indomani della Guerra, la Russia considerava la questione di Trieste, degli stretti e dei Balcani come unica. Ma ciò che egli sottolineava, in un rapporto dell’aprile 1946 alla Direzione Generale Affari Politici del Ministero degli esteri, era che:

La Russia ha bisogno di assicurare una contiguità territoriale, intesa, oggi, nel senso politico delle sue frontiere sino all’ Adriatico. Per questo essa tiene in primo luogo a consolidare la sua posizione politica in Romania e in Bulgaria ed a togliere agli anglo-sassoni ogni possibilità anche remota di mantenervi una solida base di influenza.

L’impegno russo nell’area balcanica si sta oggi riconfigurando nel supporto alla politica serba, riprendendo la vecchia missione di protettrice dei popoli slavi balcanici. Ciò potrebbe condizionare anche il lavoro italiano nell’area, dove per altro, si sta intensificando anche la presenza turca, nelle zone dell’ex sangiaccato.

LIBERTA’ DI NAVIGAZIONE NEGLI STRETTI

L’ambasciatore nella sua relazione fu fermo e chiaro: i russi volevano fortemente il controllo degli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, per questo ora è importante l’acquisizione delle coste ucraine. Ciò che allora valeva verso il mondo britannico, oggi vale verso quello statunitense-atlantico: la Russia mirava a scardinare il sistema politico-strategico inglese dai Paesi Mediterranei, motivo per cui, all’epoca, si inserì nella corsa alla spartizione delle ex colonie italiane, soprattutto con la richiesta di amministrazione fiduciaria della Tripolitania. A livello contemporaneo, questa politica potrebbe influire nei rapporti tra Mosca e Istanbul, ma anche con altri attori regionali quali la stessa UE – e l’Italia in particolare – e l’Egitto.

LA POSTA IN GIOCO

Gli aspetti geopolitici riportati da Quaroni andavano ad interessare la sistemazione post conflitto ed in particolare le aree che erano state sotto il controllo italiano.  Continua l’ambasciatore nella sua analisi, se i russi avessero ottenuto il mandato in Tripolitania, avrebbero messo in crisi il sistema britannico che sarebbe stato minacciato da est dall’area iraniana, e da ovest, dalla Tripolitania e in questo scenario il primo territorio a cadere sarebbe stato l’Egitto, l’area più sviluppata del mondo arabo britannico. I movimenti russi, sempre secondo Quaroni, erano orientati non per barattare territori, ma per consolidare le posizioni raggiunte dopo il conflitto con l’occupazione militare.

©Limes
UN INQUADRAMENTO ODIERNO

Ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi vuole riportare l’attenzione alle reali ambizioni di Mosca, che non sembrano essere dissimili da quelle accennate nel rapporto diplomatico di Quaroni sulla politica mediterranea russa.

Un nuovo assetto del Mediterraneo e dell’Europa Orientale a vantaggio russo metterebbe in difficoltà il sistema atlantico già in crisi in Libia e nel Sahel, aree in cui la presenza russa è aumentata dal 2011 ad oggi.

Pertanto, la sistemazione del giardino di casa russo non è altro che il preludio per andare a bagnare i piedi nei mari caldi, come del resto, hanno sempre voluto Zar e diplomatici sovietici.

Emanuele Di Muro. Si diletta a correre maratone attraverso i sentieri della storia.Il suo anno di nascita ha irrimediabilmente condizionato la sua propensione a elaborare strampalate previsioni geopolitiche.#Runninginhistory

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