La tecnologia della morte. La mappa dei cimiteri inglesi.

L’anno prossimo è in programma l’uscita di un sistema di mappatura dei cimiteri inglesi. L’idea, nata dalla collaborazione tra l’ultra conservatrice Chiesa di Inghilterra e una società di geolocalizzazione della Cumbria, punta ad identificare l”esatta collocazione delle sepolture dei cimiteri sul territorio inglese. Un’apertura inaspettata verso un nuovo modo di ricordare le proprie origini, e di scoprire noi stessi.

Un progetto ambizioso, che non si completerà prima di sette anni, ma che sarà utile a ricerche, studi di carattere scientifico, e anche a familiari e appassionati a partire dalla primavera del 2022. Si mapperanno, attraverso un complesso sistema che utilizza tecnologie come GPS, visori laser e fotocamere avanzate, oltre 19000 mila luoghi di sepoltura. Le strumentazioni saranno montate su zaini altamente performanti che permetteranno agli operatori di tracciare circa 10 siti al giorno.

Un progetto sfaccettato

Secondo le parole del Vescovo Andrew Rumsey, “questo progetto avrà risvolti positivi per le parrocchie, che potranno, a costo zero, gestire in modo veloce aspetti burocratici. Tra questi la gestione degli spazi adibiti alle sepolture e per gli studi sulle discendenze e sulla biodiversità, grazie alle numeroso foto raccolte.”

Sono moltissime le persone che desiderano conoscere di più sulle loro origini. Questo complica notevolmente il lavoro nelle parrish, le parrocchie locali, che possono dare informazioni solo attraverso polverosi registri scritti a mano e di difficile consultazione.

Un servizio del TG1 con la notizia riguardante la mappatura dei cimiteri inglesi

Dai piccoli cimiteri di campagna quindi, ai più blasonati, come quello di Highgate, i luoghi di sepoltura Inglesi potranno finalmente schiudere il loro scrigno di eredità storica e biologica per tutti coloro che vorranno attingervi. L’utilizzo infatti sarà gratuito per i servizi di base, e prevedrà una piccola sottoscrizione per i servizi avanzati.

Alta tecnologia del ricordo

L’azienda scelta per portare avanti il progetto è Atlantic Geomatics, che sul suo sito parla approfonditamente del NBGS, il National Burial Grounds Survey. Spiega che il progetto non si limita alla mappatura dei cimiteri, ma prevede anche una digitalizzazione dei registri di ogni parrocchia con conseguente tracciamento di tutta la documentazione relativa a matrimoni, battesimi e funerali. I dati saranno poi integrati con quelli presenti nel Burial Ground Management System e permetteranno la rapida consultazione per i motivi di studio, curiosità e necessità amministrative. Atlantics Geomatics si occuperà anche di scansionare l’interno delle chiese, fornendo così interessanti dati per quei siti religiosi che non possiedono un cimitero esterno.

Il progetto vede la collaborazione di MyHeritage come maggiore finanziatore e FamilySearch per la parte riguardante le skill necessarie alla catalogazione oltre al lavoro di trascrizione dei registri. Il tutto è accuratamente documentato in un esaustivo documento informativo disponibile sul sito della Chiesa di Inghilterra.

Da dove tutto è iniziato

Da dove ha avuto inizio la Chiesa di Inghilterra ormai lo sappiamo tutti. Nel 1534 Re Enrico VIII causò lo scisma dalla Chiesa di Roma in modo da poter annullare il matrimonio con la consorte Caterina D’Aragona e sposare l’amata Anna Bolena. Ovviamente lo scisma tornò utile ad Enrico per moltissimi altri motivi in seguito, ma lo rese di fatto il Capo della Chiesa.

Ad oggi la Regina Elisabetta II ricopre ancora questo ruolo, anche se negli ultimi anni si è vista una notevole apertura colpire anche il lati più conservatori del sistema religioso anglicano. Lati che hanno più volte toccato direttamente anche la famiglia reale.

Un ritorno al passato

I funerali inglesi non hanno sempre goduto del rispetto di cui si fregiano oggi, peraltro giustamente. Fu solo durante il regno della Regina Vittoria che la stessa sovrana pensò che fosse importante organizzare al meglio la propria dipartita e nel 1885 iniziò a pianificare il proprio rito funebre. In occasione dei funerali reali successivi invece, come quello di Giorgio VI nel ’62, fu adottato un vero e proprio piano, quello che prese il nome di Hyde Park Corner. La frase in codice fu utilizzata per avvisare le alte sfere del governo della morte del Re senza che l’informazione trapelasse prima del tempo a Buckingham Palace e da lì alla Nazione.

Ma altri piani vennero pianificati e attuati, come l’Operazione Tay Bridge, pensata in prima battuta per la Regina Madre, ma utilizzata nel 1997 in occasione della morte della Principessa Diana. La Regina Elisabetta II rientra invece nell’Operazione London Bridge: un insieme di procedure che garantirà la sicurezza e la fluidità di tutto il processo.

I sovrani inglesi vengono tradizionalmente sepolti all’interno dell’Abbazia di Westminster dall’epoca di Guglielmo il Conquistatore e fino al 1760. Tuttavia vi sono altri luoghi di sepoltura illustri di cui vale la pena conoscere la storia e gli ospiti di calibro: il Royal Burial Ground.

Consacrato nel 1928, ospita i morti della famiglia reale tranne tradizionalmente sovrani e consorti, come nel caso di Filippo Duca di Edimburgo, morto nel 2020 e seppellito nella Cappella di San Giorgio a Windsor. Il cimitero, situato all’interno della tenuta di Frogmore House, cara alla Regina Vittoria, ospita anche il mausoleo della madre di quest’ultima, la Duchessa del Kent, oltre alla sepoltura della stessa Vittoria e dell’amato marito Alberto, morto nel fiore degli anni.

Frogmore House contiene il cimitero inglese del Royal Burial ground
Frogmore House, Windsor Great Park – Wikimedia Commons/Gill Hicks

Fino ad oggi

Con l’avvento della modernità nuove tradizioni hanno però investito l’intera struttura religiosa inglese e tra queste anche il rito della sepoltura.

Oggi è decisamente una occasione di incontro e di piacevole ricordo più che di dolorosa mancanza. Secondo la legge britannica addirittura è possibile far officiare la cerimonia ad un amico, o ad un parente. Infatti è sufficiente occuparsi della salma fino alla cremazione per avere il diritto di condurre la cerimonia di congedo. I cimiteri anglosassoni inoltre, sono divenuti nel corso degli anni dei prati verdi pieni di alberi e scorci suggestivi. Luoghi dove poter passare ore piacevoli in raccoglimento o condividendo con chi ci ha lasciato nuovi ricordi spensierati, ben lontani dall’aurea solenne e silenziosa di cui sono spesso ricoperti i cimiteri cattolici che vediamo da noi.

Una morte in verde

Ma la trasformazione del rito funebre e della sepoltura in sè non finisce qui. Oggi infatti è necessario rendere ogni secondo della nostra vita meno impattante possibile sulle generazioni future. E anche la morte deve essere considerata un mezzo di economia circolare a impatto quasi zero.

Il Reverendo Canon Charles Royden infatti ha pianificato un nuovo ciclo di sepolture all’interno del bosco di St.Albans, nei pressi di Londra. Un cimitero eco-sostenibile dove le salme vengono seppellite con abiti in tessuti naturali in bare compostabili. Il tutto ad un modico costo rispetto ad una sepoltura tradizionale. Nessuna sostanza viene iniettata nei corpi, in modo che il processo di assimilazione col terreno possa essere il più naturale possibile. Nel 2020 è stato registrato un aumento delle sepolture green del 30%. 

Il processo sta portando alla creazione negli anni, di numerose aree boschive ricche di suggestivi angoli piacevoli. Luoghi che poco hanno a che fare con la religione e con i classici cimiteri inglesi. Finalmente essi conducono al ricordo e alla consapevolezza dell’affetto una volta condiviso con il defunto.

Un trend tutto inglese

E’ vero che i cattolici si sono sempre distinti per la tendenza diffusa ad indorare ed annaffiare copiosamente di lustro religioso qualsiasi aspetto della loro vita. Ogni cosa è un rito e come tale deve puntare a raggiungere il divino.

Ecco che invece, complice la storia, l’Inghilterra, o meglio la Gran Bretagna, è riuscita a smarcarsi da un così fitto legame religioso, traendo il vero significato di atti fondamentali come la sepoltura. E’ un saluto, un congedo con la speranza di ritrovarsi, se non altro nel ricordo. E’ un valorizzare la memoria, e non il viaggio verso l’aldilà: speriamo di vederci presto, almeno nei sogni e nei momenti di speranza e gioia. Ricordiamoci felici e non morenti e distanti, in fin dei conti i morti sono morti e restano solo nel nostro spirito.

E questo è il vero spirito di progetti innovativi e avanguardistici come quello promosso dalla Chiesa Anglicana in questa occasione: la possibilità di non dimenticare, di tenere vicino a sè un elemento prezioso della memoria.

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