L’Italia e il calcio, prospettive storiografiche

Politica, calcio e senso di appartenenza. Queste le tematiche affrontate durante il convegno “L’Italia e il calcio: prospettive storiografiche. Calcio, identità e territori”, organizzato lo scorso 4 dicembre dalla Società Italiana di Storia dello Sport (SSIS) insieme con la SISSCO (Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea).

La SISS è nata nel 2004, su iniziativa del Centro di Studi per l’Educazione Fisica e l’Attività Sportiva di Firenze e del Gruppo italiano del European Committee for Sports History (CESH). Il team di ricerca conta su studiosi specializzati, su differenti aspetti storiografici dello sport e sull’evoluzione storiografica di svariate discipline. Organizza periodicamente convegni su diverse tematiche lungo tutta la penisola anche se, per le ben note ragioni di sicurezza, il convegno si è svolto online.

Il seminario di ricerca è inserito in una serie di appuntamenti che hanno l’obbiettivo di portare in vari atenei una riflessione storiografica sul valore del calcio nel nostro paese. L’evento del 4 dicembre è stato organizzato dall’Università degli Studi di Palermo; l’apertura dei lavori è stata fatta, tra i numerosi interventi, dal rettore dell’Università del capoluogo siciliano Francesco Micari, a cui sono seguiti gli interventi di Francesco Bonini, presidente SISS e rettore dell’Università LUMSA di Roma. 

La prima parte del convegno è stata dedicata alle prospettive e ai progetti in cantiere, con Maurizio Lupo dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo – Cnr Napoli – che ha presentato il progetto collettivo dell’Academic Football Lab (AFLab).

Si è poi passato ad analizzare il rapporto tra fascismo e calcio. Nicola Sbetti dell’Università di Bologna ha illustrato la continuità e le rotture nel calcio italiano nel periodo di passaggio dal fascismo alla repubblica; Paul Dietschy, dell’Université de Franche-Comté, ha analizzato la situazione calcistica di Torino durante il ventennio. Enrico Landoni, Università Ecampus, si è focalizzato sulle forzature che il Fascismo ha voluto imporre al movimento del calcio italiano, soffermandosi sulle unioni di società a Milano, Genova e Roma. Infine, è stato il turno di Matteo Anastasi dell’Università europea di Roma, che ha portato alla luce la tematica degli stadi durante il fascismo e il rapporto che questi hanno avuto con le comunità locali. 

Si è parlato poi di calcio femminile, con Marco Giani che ha posto attenzione sul problema storiografico legato a questo mondo e su come, fino a pochi anni fa, sia stato preso con diffidenza e superficialità, sia dalla stampa che dai parenti delle calciatrici. Questo fenomeno ha fatto sì che vi fosse una scarsa documentazione che ha reso difficile per gli storici una ricostruzione completa di un movimento che sta sempre più prendendo piede, finalmente, anche nel nostro Paese. 

Il rapporto tra politica, società e spirito identitario è stato il motore della seconda parte del convegno. L’orgoglio del popolo emiliano, nell’Italia “rossa”, è stato oggetto del discorso di Alberto Molinari, che ha analizzato l’incontro tra Italia e Belgio del 5 marzo 1950. Un’occasione per Togliatti e l’intero partito comunista italiano di dimostrare la propria vivacità, autodisciplina ed efficienza. 

Napoli, le origini del club e le squadre dei primi decenni del Novecento – come l’Associazione Calcio Napoli, l’Unione Sportiva Neapolis e l’Unione Sportiva Fascista Vomero – sono state trattate da Paola Avallone e Raffaella Salvemini. Particolare attenzione è stata dedicata alle figure di William Pots, fondatore nel 1904 del primo club in città ovvero la Naples Cricket and Football Club, e dei primi presidenti Giorgio Ascarelli e Achille Lauro. 

La tematica, tra proprietà indigene, volontà di costruire un’identità calcistica locale ben radicata e rapporto tra società e tifoseria, ha unito gli interventi di Giuseppe D’Agostino e Marco Pignotti, che hanno analizzato i casi di Palermo, Vicenza e Varese. 

Durante l’evento è stato possibile analizzare anche l’intreccio tra geopolitica e calcio in Jugoslavia. Vanni d’Alessio dell’Università Federico II di Napoli, ha trattato la travagliata situazione di Fiume in cui vi era un folto numero di presidi militari di differenti nazioni con altrettanto numerose squadre di calcio.

Identità territoriale ed occasioni per riaffermarsi e rinascere si possono trovare negli interventi di Francesco Sanna dell’Università di Padova, che ha trattato il caso dello scudetto del Cagliari del 1970 come occasione di rinascita; Deborah Guazzoni (SISS) ha trattato il caso della Pro Vercelli, rappresentazione dell’identità a livello territoriale e, in particolare, di come il Partito Fascista abbia usato il club e i fatti di Albano, aventi come protagonista l’icona Aldo Milano, per avere consensi. Tommaso Begozzi ha invece posto l’attenzione sul rapporto tra la crescita economica di Ferrara e l’exploit della SPAL durante gli anni ’50 e ’60, soffermandosi sull’importanza che la figura di Paolo Mazza, sia per la città che per il club.

Il calcio del popolo è stato il denominatore comune degli interventi di Giuseppe Dopone Ranieri di sportpopolare.it, di Francesco Gallo della SISS e di Paolo Ceccarelli dell’Università di Firenze. Il primo ha parlato di Catanzaro e della voglia dei tifosi di ricostruire la propria storia, spesso priva di testimonianze scritte, con metodologia, oltre che dell’importanza del tifo per le Aquile del Sud nella costruzione dell’identità cittadina. E’ stato poi il turno di Gigi Marulla, figura che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nei cuori dei cosentini, diventando un eroe locale grazie alla sua capacità di capire Cosenza e diventare un tutt’uno con la città. Infine il caso di Piombino, dove il comitato spontaneo dei cittadini ha espresso la volontà di conservare la memoria delle gesta della squadra locale, che, grazie all’operato della società Magona ha potuto a metà Novecento arrivare vicino all’olimpo del calcio italiano giocando i playoff di serie B.  

E’ stato un evento intenso, ricco di spunti di riflessione e utile per ragionare su come storia, politica, società e calcio siano sempre collegati tra loro. Le redazioni di Memory e Olympia di The Pitch ringraziano SISS per l’invito e l’organizzazione. 

SISS (Società Italiana di Storia dello Sport) e
SISSCO (Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea)

Milanese e milanista. Tra la sue passioni la geografia, il turismo e il football americano. Preferisce una gita in montagna ad una giornata al mare. Sogna la riunione degli Oasis, i PTN al Superbowl e Daniel Maldini alzare l'ottava.

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