Ucraina, guerra senza sconti

Il conflitto ucraino si inasprisce ogni giorno di più, non risparmiando nessuno, neppure le persone fragili, da sempre le più esposte di ciascuna comunità. Sarebbero circa 3 milioni le persone disabili in enorme difficoltà a causa della guerra in Ucraina.

È quanto afferma l’AIAS, Associazione Italiana Assistenza Spastici, promuovendo l’istituzione di un tavolo per i disabili in Ucraina in questa fase così complessa e tragica degli scontri, al fine di essere di aiuto nella gestione dell’emergenza.

Sono persone che già prima che gli scontri scoppiassero, vivevano con molti disagi la loro condizione, difficoltà che la guerra ha ulteriormente amplificato.

I rifugi a Kiev sono inaccessibili, quindi chi ha qualsiasi tipo di disabilità è costretto a rimanere a casa, non avendo un posto dove mettersi al sicuro.

Ci sono persone con sindrome di Down e con altri handicap, già tagliate fuori dalle loro comunità, che rischiano di essere abbandonate. Ed alla guerra si associa il pericolo degli stupri prerpretati su donne e bambini disabili,vittime indifese di abusi indiscriminati.

Anche i centri di evacuazione sono raramente accessibili. Questo implica che le persone con sindrome di Down e altre disabilità vengano spesso lasciate indietro, in balia di sé. “Siamo in una situazione difficile – dice Tatiana Kulesha, Presidente della NGO “Rare Disease of Ukraine”. Putin sta bombardando anche le città in cui non si combatte, uccidendo molti bambini e gran parte dei nostri pazienti sono stipati negli scantinati per paura di morire sotto le bombe. Nessuno sta ricevendo farmaci o terapie. Stiamo cercando di aiutare tutti i pazienti che sono in viaggio per raggiungere luoghi sicuri, o che vogliano farlo. Abbiamo bisogno di aiuto logistico e contatti, ospedali e strutture alle quali i pazienti possano rivolgersi se decidono di varcare i confini.” Ma anche qualora riuscissero a raggiungere la frontiera, i centri per i rifugiati e gli autobus non sarebbero comunque accessibili per chi è in carrozzina.

C’è uno spaventoso vuoto che deve essere assolutamente colmato, è questo l’allarme lanciato dalle organizzazioni umanitarie, secondo le quali sono molto pochi al momento i disabili che riescono ad arrivare al confine. Gli operatori sociali hanno inoltre denunciato la mancanza di mezzi aodatti al trasporto di disabili, esigenze che neanche le principali organizzazioni umanitarie sono state in grado di soddisfare.

C’è uno spaventoso «buco nero» anche per quanto riguarda le informazioni per le persone con disabilità intellettiva, che si sentono smarrite, non riuscendo a comprendere cosa stia succedendo e la percezione della tensione dei genitori non fa che aggravare le loro difficoltà comportamentali.

I centri diurni dove questi ragazzi trascorrevano gran parte della giornata, sono chiusi e ciò comporta non solo che stiano tutto il giorno a casa, ma anche che i loro genitori siano ormai arrivati allo stremo delle forze e della disperazione.

Negli ultimi giorni migliaia di bambini senza famiglia, tra cui anche fragili, sono stati fatti sfollare in Polonia, in parte perché nelle strutture in cui vivevano non c’era personale che potesse prendersene cura, oltre che per il concreto ed imminente pericolo di essere colpiti dai proiettili. Le organizzazioni umanitarie hanno messo in evidenza anche problemi d’accesso ai farmaci e difficoltà nell’approvvigionamento di medicinali, come le pillole per l’epilessia o terapie salvavita di non facile reperibilità.

Accedere ai rifugi antiaerei è incredibilmente difficile per le persone con un deficit come l’autismo, che sono state perciò lasciate nelle loro abitazioni, in attesa che la situazione migliori.

Sono numerose le famiglie con i loro figli disabili che vivono nei bagni o negli scantinati per proteggersi dalle bombe. “L’Unicef ha stimato che 82.000 bambini vivono negli istituti, mentre altre Organizzazioni Non Governative e gruppi di difesa ucraini riportano numeri più vicini ai 200.000, dati però non confermati dal governo ucraino.

L’esodo delle le persone sorde ucraine in fuga dal loro Paese non si arresta. Gran parte di esse raggiungono parenti e conoscenti in Europa, altri invece cercano rifugi di fortuna, senza avere una meta precisa. Sono molte le associazioni che si stanno mobilitando in una gara di solidarietà che si snoda in numerosi gruppi di soccorso a cui, in questi momenti di particolare tensione, si è dato vita in collaborazione con ENS, Ente nazionale sordi.

Anche in Italia, come nel resto d’Europa, l’attività dell’associazionismo su questo fronte è molto attivo. In Emilia Romagna, ad esempio, l’associazione che tutela le persone sorde si sta organizzando per creare servizi di supporto tramite una rete di operatori e volontari ed un coordinamento regionale per aiutare tutte le persone sorde in fuga dall’Ucraina che arrivano in regione.

I servizi che verranno forniti dal Consiglio Regionale ENS avranno lo scopo di facilitare la comunicazione dei non udenti con gli enti pubblici locali ed i servizi pubblici, grazie ad interpreti e mediatori sordi, nonché di volontari, che conoscono la Lingua dei Segni ucraina/russa.

Per avere supporto a livello logistico ci si potrà rivolgere alle sezioni provinciali dell’ENS presso lo sportello di segretariato sociale, per contattare i servizi locali necessari e ricevere assistenza e sostegno.

È importante diffondere la notizia a livello regionale, soprattutto negli uffici pubblici che si occuperanno della prima accoglienza, così da poter essere contattati in caso di bisogno, per fare in modo che la rete solidale creata possa essere di reale supporto per tutti coloro che stanno scappando dalla guerra.

È una situazione molto delicata che, nella sua drammaticità, sta mettendo a dura prova coloro che questo, come ogni altro conflitto, lascia in disparte, in attesa che qualcuno si accorga delle loro fragilità portandoli in salvo.

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