L’Europa dei piccoli: Mitropa Cup, Intertoto e Conference League

Mercoledì di Coppa” è il nuovo speciale della redazione di Olympia, che vuole analizzare e contestualizzare la nascita e lo sviluppo delle competizioni UEFA per club. Dalla Coppa dei Campioni nata nel 1955, fino alla possibilità, di cui si parla ormai da tempo, di creare una nuova Superlega con tutti i migliori club d’Europa. Il viaggio, in questi 75 anni, è stato lungo e tortuoso ed ha visto il fiorire di diversi tornei di differente importanza: Champions League, Europa League, Coppa delle Coppe, Mitropa Cup, Intertoto, Europa Conference League.
Ogni trofeo ha la sua storia, è nato in momenti storici diversi ed è cambiato insieme al calcio. La redazione prova a riannodare i fili partendo dal principio, con lo scopo di cercare di capire qual è il futuro che ci attende.

La progenitrice della Champions League: la Mitropa Cup

La Mitropa Cup è stata la più antica competizione calcistica europea per squadre di club. Ideata nel 1927 da Hugo Meisl, segretario generale della OFB, la Federcalcio tedesca, si è conclusa – dopo varie trasformazioni – con l’ultima edizione del 1992.

La Coppa Mitropa nacque come “Coppa dell’Europa centrale”, prendendo ispirazione dalla Challenge-Cup, il torneo di calcio dell’impero austro-ungarico, disputato dal 1897 al 1911. L’idea del suo fondatore, Hugo Meisl, era infatti quella di creare una competizione che includesse i principali campionati nazionali del tempo, come strumento di qualificazione al torneo internazionale, in modo da garantire un forte interessamento e aumentare il valore dei singoli campionati.

Il nome Mitropa Cup, deriva da una contrazione del termine tedesco Mitteleuropa, che significa appunto Europa centrale e dai vagoni Mitropa, molto popolari a quel tempo per viaggiare attraverso il continente europeo.

Una carrozza ristorante Mitropa. Ferrovia del Bernina, 1928. – Fonte: Wikimedia Commons

Negli anni ’30 la Mitropa Cup godette di grande prestigio e, assieme alla Coppa Latina degli anni ’50, fu, di fatto, la progenitrice della ben più nota Coppa dei Campioni. In quegli anni infatti, il calcio austriaco era ai vertici europei ed anche in Italia il movimento calcistico stava via via raggiungendo la sua élite, come dimostrano i successi ai Mondiali del 1934 e del 1938. Per questo motivo si decise di istituire un torneo tra squadre di club che includeva inizialmente anche Cecoslovacchia, Jugoslavia e Ungheria. Per alcuni anni si accarezzò il desiderio di fondare un vero e proprio campionato europeo da disputare al posto dei vari campionati nazionali, ma il progetto alla fine naufragò. Qualche anno dopo furono aggiunti i club di Svizzera e Romania, con 3 squadre coinvolte per ogni paese partecipante. Gli altri paesi latini, nordici e la Germania nazista, invece non potevano vantare un livello calcistico così elevato, rimanendo di fatto in secondo piano. Gli unici a poter competere a quel tempo erano i britannici, che però si erano sempre dichiarati contrari a sfide internazionali, dando la priorità alla propria lega nazionale.

Una delle squadre più vincenti della competizione fu il Bologna che, nel periodo di massimo splendore del trofeo, riuscì ad alzare la coppa ben due volte nell’arco di pochi anni: prima nel 1932, senza disputare la finale in seguito alla squalifica delle altre semifinaliste, poi nel 1934 superando gli Austriaci dell’Admira Vienna con una gara di ritorno praticamente perfetta. Ma il successo dei rossoblù nel torneo non si fermò qui, con gli Emiliani che riuscirono a ripetersi anche nel 1961, guadagnandosi l’appellativo di “Squadra che tremare il mondo fa”. Era l’inizio di un dominio che a livello nazionale portò i rossoblù a conquistare 4 scudetti tra il 1936 e il 1941.

Il Bologna FC riceve la Mitropa Cup 1961/1962, dopo aver superato il Nitra in finale. – Fonte: Facebook

In seguito, la squadra bolognese fu eguagliata dallo Sparta Praga, dall’Austria Vienna, dal
Ferencvàros e dall’Ujpest, squadre che domineranno la scena europea fino al 1940, anno
della sospensione della Mitropa a causa dell’inizio della Seconda guerra Mondiale.

Dopo una pausa di 15 anni, la competizione riprese nel 1955, con i soli club dei primi paesi partecipanti che ne avevano contribuito allo sviluppo. Tra le italiane trionfarono nuovamente il Bologna nel 1961 e la Fiorentina nel 1966. Negli anni successivi, però, la competizione perse il blasone che l’aveva contraddistinta prima del confitto bellico, subendo varie modifiche e adattamenti col tentativo di renderla più interessante ad un calcio in costante evoluzione. Oltre a ciò, il declino della Mitropa Cup fu dovuto alla nascita di nuove competizioni europee: la Coppa delle Coppe nel 1960 e la Coppa Uefa nel 1972. La partecipazione al torneo fu quindi riservato ai vincitori delle seconde serie nazionali. In questo scenario la vittoria del Milan nell’edizione del 1982 e del Torino nel 1991 passarono in secondo piano. Per i rossoneri in particolare la vittoria della Mitropa Cup arrivò in seguito ad un anno di cadetteria in Serie B, ma che nel palmarès del club viene conteggiata comunque volentieri. Nell’ultimo decennio l’attrazione e la visibilità della “prima coppa europea” andarono via via scomparendo e le migliori squadre lasciarono spazio ai campionati di “seconda fascia”. Così nel 1992 si chiuse definitivamente il sipario sulla storica Mitropa Cup, che fu da ispirazione per le tanto amate coppe europee che ancora oggi ci teniamo strette.

Il trofeo della Mitropa Cup. – Fonte: Wikimedia Commons

Storia dell’Intertoto: dalla Coppa Karl Rappan all’UEFA Intertoto Cup

Se nella seconda metà del ‘900 i migliori club dei principali campionati Europei concorrevano per un posto in Coppa dei Campioni o in Coppa Uefa, lo stesso non si poteva dire delle squadre di medio-bassa classifica, che a fine stagione vedevano chiudersi per sempre ogni possibilità di sfide oltre confine. Tra gli anni ’50 e ‘60, però, la voglia di confrontarsi con avversari internazionali era talmente diffusa che si cercò una soluzione anche per le cosiddette squadre “minori”.

Fu così che, da un’idea del c.t della nazionale Svizzera, Karl Rappan, nacque nel 1961 la Coppa Piano Karl Rappan, la prima versione del più moderno Intertoto. Già, perché questa competizione dal passato controverso cambio format e nome per ben 3 volte, terminando la sua storia con la denominazione di UEFA Intertoto Cup nel 2008.

Karl Rappan, ideatore della Coppa Intertoto (1969). – © Bert Verhoeff / Nationaal Archief

Nonostante le diverse versioni nel corso degli anni, un comune denominatore per questo torneo c’è stato: il periodo estivo nel quale le sfide venivano disputate. L’idea iniziale di Rappan infatti era quella di sostituire le amichevoli estive internazionali degli anni ’30 – che riscontravano una perdita di interesse – con un torneo vero e proprio, più coinvolgente per pubblico e giocatori. Le motivazioni di questa scelta non erano solamente di intrattenimento per gli appassionati, ma anche per accrescere i guadagni dei club di medio-bassa classifica, grazie ai ricavi del botteghino e all’attività delle società di scommesse, che di solito vivevano l’estate come un periodo poco redditizio. Le prime sei edizioni del torneo prevedevano una prima fase a gironi con gare di andata e ritorno e turni successivi ad eliminazione diretta, fino alla finale che sanciva un’unica vincitrice.

Nel 1967 la Coppa Piano Karl Rappan venne sostituita dalla seconda versione del torneo, denominata Coppa Intertoto, che durò fino al 1995. Aumentarono le squadre partecipanti, suddivise in 10 gironi da 4, ma vista la difficoltà nell’individuare date per una fase finale vennero considerate vincitrici tutte le squadre che si erano classificate prime all’interno del proprio girone. Entrambe le manifestazioni però, anche a causa del loro interesse verso il mondo delle scommesse, non vennero mai riconosciute come competizioni ufficiali dalla UEFA, cosa che accadde invece per la versione più moderna: la UEFA Intertoto Cup.

La UEFA Intertoto Cup: la porta estiva verso l’Europa

La versione più moderna dell’Intertoto, denominata Uefa Intertoto Cup, si svolse per la prima volta nel 1995 e durò fino al 2008. Il nuovo format introduceva una novità, suddividendo le squadre partecipanti – che si sfidavano in una prima fase a gironi e in una successiva fase a eliminazione diretta – in base al ranking UEFA. A seconda della posizione occupata dalla federazione di appartenenza e della posizione in classifica nell’ultimo campionato, le squadre iscritte potevano iniziare il torneo dal primo, dal secondo o dal terzo turno. Le vincitrici delle 3 finali, oltre a conquistare il trofeo dell’Intertoto ottenevano il diritto di partecipare alla Coppa UEFA nella stagione in corso, entrando di fatto nell’Europa calcistica. L’ultima edizione di questa coppa estiva stravagante fu nel 2008. In quell’anno, infatti, la Uefa decise di cambiare il format della Coppa UEFA trasformandola nell’attuale Europa League, interrompendo per sempre la storia dell’Intertoto.

Logo della UEFA Intertoto Cup. – Fonte: Wikimedia Commons

UEFA Europa Conference League: la nuova terza competizione europea

Il desiderio delle squadre “medio-piccole di partecipare ad una competizione calcistica internazionale (ovvero l’obiettivo con cui era nata la Coppa Intertoto) era rimasto intatto anche dopo il 2008, quando il torneo estivo della UEFA scomparse definitivamente.

Sono passati più di 20 anni da quando si disputava la terza competizione europea calcistica per club (allora la Coppa delle Coppe) ed il calcio, nel frattempo, è cambiato parecchio. L’innovazione proposta ed introdotta dal presidente Aleksander Čeferin, ha come scopo quello di garantire la partecipazione ai tornei UEFA di un numero sempre maggiore di federazioni calcistiche del Vecchio Continente. Infatti, le squadre che disputeranno, a partire dalla stagione 2021/2022, la nuova UEFA Europa Conference League saranno in totale 184, di cui almeno una per tutte le 55 federazioni che compongono la UEFA, più altre 46 provenienti dalla Champions League e dall’Europa League.

Il nuovo torneo rende le competizioni UEFA più inclusive che mai. Ci saranno più partite per più squadre, con più federazioni rappresentate nella fase a gironi

Aleksander Čeferin

L’obiettivo è quello di garantire una vetrina internazionale a molte squadre e federazioni che non hanno accesso alle due principali competizioni, ma anche soddisfare la richiesta, di appassionati e broadcaster televisivi, di un maggior numero di partite, che ovviamente porterà un aumento degli introiti nelle casse della UEFA e dei singoli club. La nascita della UEFA Europa Conference League si pone anche nel solco di un rinnovamento dell’Europa League, da molti oggi ritenuta come un grosso “calderone” nel quale confluiscono troppe squadre. L’introduzione di questa nuova competizione, porterà a ridurre il numero di partecipanti alla ex-Coppa UEFA (che passerà da 48 a 32 squadre). Una nuova struttura che consentirà di avere, al via della fase a gironi delle competizioni, una rappresentante per almeno 34 federazioni.

Un’Europa calcistica che prova ad essere sempre più inclusiva, proseguendo nel solco tracciato dai padri fondatori della Coppa dei Campioni.

Logo della nuova UEFA Europa Conference League, che partirà dalla stagione 2021/2022. – Fonte: Wikimedia Commons

PUNTATE PRECEDENTI
1. Coppa dei Campioni: la nascita di un’Europa calcistica
2. Champions League: il torneo più prestigioso
3. Europa League: breve storia di una coppa in continua evoluzione
4. Coppa delle Coppe, mistica ripetizione dal sapore antico

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