Una storia di photoshop e propaganda

La manipolazione digitale delle immagini è un’usanza comune a tutto il mondo. Ma cosa succede se una fotografia di cronaca viene modificata con l’obiettivo di creare un condizionamento ideologico?


Nella prima puntata di questa rubrica si è affrontato l’argomento della fotografia mendace, capace di farci credere a storie inventate o inesistenti.
Tuttavia esistono dei generi – come il fotogiornalismo e il documentario – che avrebbero il compito di tradurre fatti reali in immagini, a scopo divulgativo e informativo.
In questo caso, l’uso del condizionale è d’obbligo, perché esistono molti casi in cui i fotogiornalisti dovrebbero agire nel rispetto di questo paradigma, ma finiscono per fare esattamente il contrario.
Un caso eclatante riguarda il fotografo statunitense Brian Walski, inviato sul fronte di guerra dell’Iraq per conto del Los Angeles Times.
Il suo scatto, realizzato nei primissimi giorni dopo lo scoppio del conflitto nel 2003, mostra un soldato britannico che cerca di mettere al sicuro un gruppo di civili di Bassora che si trovano nel bel mezzo di uno scontro a fuoco.

Lo scatto originale © Brian Walski/Los Angeles Times


L’immagine fa rapidamente il giro del mondo e viene utilizzata da alcune testate di fama internazionale – Chicago Tribune e Hartford Courant – come prova ineluttabile per accusare le forze ribelli irachene di colpire i civili.
Il messaggio vuole essere: i soldati occidentali sono buoni e sono qui per proteggere l’umanità, gli iracheni invece sono diavoli disumani che sparano addosso ai bambini e agli uomini disarmati.
La realtà si rivela essere diversa: la foto pubblicata è il risultato della composizione di due immagini scattate a pochi secondi di distanza l’una dall’altra. A un occhio più sensibile, non può sfuggire lo sdoppiamento di alcuni soggetti sullo sfondo.
Walski, finito immediatamente in un vortice di accuse, ammette di aver manipolato l’immagine per renderla più efficace e viene licenziato in tronco per aver violato il codice etico del Los Angeles Times.

Lo scatto manipolato © Brian Walski/Los Angeles Times


La fotografia è anche questo: un mezzo fondamentale per raccontare le storie che ci circondano, ma anche un potentissimo strumento di propaganda e proselitismo.
Attenzione, però, a farne un utilizzo appropriato…potrebbe valere un posto di lavoro.

Note biografiche
Brian Walski (Illinois, 1958) è un fotografo statunitense che lavora come fotogiornalista. Nella sua carriera ha collaborato con importanti testate come il Los Angeles Times e il Boston Herald. Con le sue fotografie, ha documentato alcuni tra i conflitti più importanti della storia recente come la guerra dei Balcani e la guerra del Golfo.

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