Vaccini per i bambini: i diversi punti di vista


Dopo il via libera dell’Aifa (Agenzia Italiana Del Farmaco), il Commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo ha annunciato l’arrivo di 1,5 milioni di dosi destinate alla fascia 5-11 anni ed il 16 dicembre scorso si è partiti con le prime somministrazioni ai più piccoli.
La struttura commissariale ha dunque programmato la distribuzione a dicembre di 1,5 milioni di dosi pediatriche di vaccino Pfizer. Dosi disponibili già dal 15 dicembre scorso che rappresentano una prima tranche che sarà poi integrata a gennaio, per consentire a tutte le strutture vaccinali delle Regioni e Province autonome di essere in grado di procedere alla vaccinazione dei più piccoli.


IN CHE MANIERA SI PROCEDERÀ


La vaccinazione avverrà con due dosi del vaccino Pfizer, in formulazione specifica da 10 microgrammi, a tre settimane di distanza l’una dall’altra.
Sulla base dei dati forniti dalla Commissione Tecnico Scientifica è stato rilevato un elevato livello di efficacia, non essendo stati riscontrati segnali di allerta sotto il profilo della sicurezza.
La stessa, in via precauzionale, per la fascia di età in oggetto, raccomanda che la somministrazione avvenga secondo l’uso esclusivo della formulazione pediatrica ad hoc, auspicando altresi l’adozione di percorsi vaccinali adeguati alla differente età del bambino.
“La vaccinazione sarà volontaria: non è previsto il Green pass per gli under 12”, ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “Dobbiamo instaurare un rapporto di fiducia con i genitori e dire con chiarezza che nel momento in cui un vaccino viene approvato significa che il primo ad averne beneficio è colui che il vaccino lo riceve”, ha aggiunto Costa.


COME SI MANIFESTA IL COVID NEI BAMBINI


Dall’inizio della pandemia sono stati oltre 263mila i casi verificatesi nei bimbi in età pediatrica, 1.453 ricoveri in reparti ordinari, 36 ricoveri in Terapia intensiva e 9 decessi.
Nella stessa fascia d’età 6-11, nelle ultime settimane, si è registrato un notevole incremento dei contagi.
Anche se in misura minore rispetto al l’adulto, l’infezione può comportare dei rischi per la salute, anche relativamente all’età infantile.
Il vaccino sarebbe efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio rispetto alla contrazione del virus.


COME PRENOTARE

Le prenotazioni dei vaccini potranno essere effettuate tramite i canali web ed i numeri dedicati dalle singole regioni.

“La vaccinazione sarà volontaria: non è previsto il Green pass per gli under 12”, ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “Dobbiamo instaurare un rapporto di fiducia con i genitori e dire loro, con chiarezza, che nel momento in cui un vaccino viene approvato significa che il primo ad averne beneficio è colui che lo riceve”, ha aggiunto Costa.


EFFETTI AVVERSI


In generale, tutti i farmaci ed i vaccini presentano un rischio di effetti collaterali. La loro sicurezza è monitorata dalle agenzie di tutto il mondo, e anche per le fasce più giovani il rischio di eventi imprevisti gravi è, sinora, risultato molto raro.
Un rischio che deve però essere confrontato con quello di andare incontro alle conseguenze dell’infezione, parametro sulla base del quale viene calcolato il rapporto rischi-benefici, che secondo l’Ema, Agenzia Europea Sui Medicinali, è positivo anche per la fascia d’età 5-11 anni.


LO STUDIO


Uno studio avente ad oggetto i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, ha dimostrato che la risposta immunitaria a Comirnaty BionTech Pfizer, inizialmente destinato ai soggetti di età pari o superiore a 16 anni e poi autorizzato anche per la fascia di età 12-15 anni, somministrato a una dose più bassa, può essere assimilabile a quella osservata con la dose più alta, in pazienti tra i 16 ed i 25 anni. L’efficacia di Comirnaty è stata osservata su un campione di 2mila bambini, senza alcun sintomo, di età compresa tra 5 e 11 anni, ai quali è stato inoculato il vaccino o un placebo, di cui tre hanno sviluppato il Covid rispetto a 16 dei 663 bambini che hanno ricevuto quest’ultimo.
Tali risultati hanno dunque portato a poter concludere che il vaccino si è rivelato efficace al 90,7% nel prevenire il Covid sintomatico.
Gli effetti indesiderati più comuni nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni sono simili a quelli nelle persone di età pari o superiore a 12 anni, che si manifestano con dolore al sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, arrossamento e gonfiore localizzato là dove viene effettuata l’inoculazione, dolore muscolare e brividi.
Effetti generalmente lievi o moderati che si riducono sensibilmente entro pochi giorni dalla vaccinazione.


PARERI POSITIVI E NEGATIVI


Sulla questione riguardante la somministrazione del vaccino anti covid ai piccoli non c’è unanimità di vedute. Le opinioni sono molto distanti le une dalle altre e generano disorientamento, soprattutto tra i genitori che non sanno come muoversi.


PARERE CONTRARIO


Il direttore dello Spallanzani di Roma, dottor Francesco Vaia, sostiene che non sia ancora il momento di somministrare il farmaco anche ai bambini.
Trattandosi di un aspetto che investe la sanità pubblica, secondo il Professor Vaia, non si può demandare ai bambini l’onere di risolvere un problema sociale di una tal portata.
Il direttore dello Spallanzani ha affermato che “i bimbi difficilmente sviluppano forme gravi della malattia e dunque, non essendo chiari gli effetti del vaccino su di loro nel lungo periodo, non vi sono ragioni sufficienti per correre subito dei rischi”.


TESI A FAVORE


Di segno opposto sono invece le ragioni sostenute dai sanitari del Bambin Gesù, promotori di una mobilitazione volta a convincere i genitori ad aderire alla campagna vaccinale per i più piccoli. “I vaccini sono una difesa per i nostri figli e i nostri nipoti. Io ho un nipote piccolino e lo vaccinerei subito, perché quello che dice tutta la scienza, tutte le organizzazioni internazionali, è una cosa sola: questi vaccini funzionano e sono sicuri, come dimostrano i dati che abbiamo a disposizione”, ha dichiarato il dottor Guido Castelli Gattinara, pediatra e infettivologo del predetto ospedale romano, aggiungendo inoltre che il farmaco è già stato somministrato a oltre 5 milioni di bambini negli Usa, in Israele e in altri Paesi europei, senza che si siano manifestati problemi.
Una dichiarazione questa, che ha scatenato la reazione contraria di molti.
Diatribe che, ancora una volta, non fanno che disorientare i genitori.


COSA DICONO I PEDIATRI

“Siamo pronti. La platea dei bambini vaccinabili è di circa 3,5 milioni, tra cui un 10% di fragili e per questi il vaccino deve essere prioritario. Dobbiamo partire subito con le loro immunizzazioni per proteggerli a scuola, a casa e nel tempo libero”, ha evidenziato Annamaria Staiano, Presidente della Società Italiana di Pediatria, ribadendo che il vaccino “è sicuro ed efficace nei bambini” per “prevenire i rischi della malattia Covid e per un ritorno alla vita sociale”.
Le diverse società scientifiche che raccolgono i pediatri di tutta Italia si sono schierate unanimamente a favore della vaccinazione dei ragazzi a partire dai 12 anni. “ Anche se la fascia pediatrica dai 12 anni in su risulta essere tra quelle meno colpite dal Sars-CoV-2, recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato in tale fascia di età la presenza di gravi complicanze” dichiara la Società italiana di pediatria, che raccomanda la vaccinazione “per tutti i bambini e gli adolescenti di età pari o superiore a 12 anni privi di controindicazioni per gli specifici vaccini autorizzati per età”.
Se la finalità principale della vaccinazione è quella di impedire il proliferare del virus tra i bambini, i pediatri sottolineano che ci sono anche ragioni di salute pubblica da difendere: “la fascia di età pediatrica e adolescenziale può fungere da serbatoio per la diffusione del virus nell’intera popolazione, implementare un’offerta vaccinale universale aiuterà notevolmente a ridurre non solo la circolazione dello stesso virus, ma soprattutto il rischio di generare varianti potenzialmente più contagiose o capaci di ridurre l’efficacia degli stessi vaccini in uso”.
Vi è poi un terzo ordine di ragioni, secondo cui la vaccinazione è una misura necessaria per dare ai più piccoli modo di vivere una situazione, anche dal punto di vista scolastico, il più possibile vicina alla normalità.


GENITORI FAVOREVOLI AL 51%


Da una ricerca svolta dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale “Con i Bambini” è emerso che ad oggi con il 51% di indicazioni, prevalgono i cittadini favorevoli, che ritengono che estendere la vaccinazione ai bambini fra i 5 e gli 11 anni possa contribuire notevolmente ad una maggiore sicurezza e al ritorno alla normalità, al contrario, 4 su 10 si dichiarano di parere opposto.


LE SCELTE DEI PAESI EUROPEI


Attualmente, circa la metà dei Paesi europei ha optato di estendere ai 12 anni l’età minima per la vaccinazione anti Covid-19. Oltre al l’Italia, anche Francia, Spagna, Austria, Slovenia, l’Ungheria, Cechia, Slovacchia, Danimarca, Svizzera, Romania, Bulgaria, Lituania, Lettonia ed Estonia, hanno consigliato la vaccinazione solo ai bambini in condizioni di vulnerabilità o che convivono con persone fragili. Grecia, Cipro, Croazia, Irlanda, Islanda, Norvegia e Ucraina, con diversi minimi d’età dai 15 ai 18 anni, hanno invece deciso di non estendere, almeno per il momento, il vaccino ai bambini.


I DATI DEGLI USA


Negli USA, dove sono stati vaccinati i ragazzi fra i 12 e i 17 anni, è stato possibile fare un bilanciamento tra i rischi ed i benefici della vaccinazione e si è potuta così fare una stima in base alla quale, per ogni milione di seconde dosi di vaccino, in un periodo di 120 giorni si avrebbero dai 64 ai 79 casi di miocardite, ma si eviterebbero 14.200 casi di Covid-19, 398 ricoveri, 109 ricoveri in terapia intensiva e 3 decessi.


LE RACCOMANDAZIONI


Come raccomanda EMA, a fronte dell’aumento del numero degli adolescenti vaccinati, è utile sapere che in circostanze molto rare, se si presentano i seguenti sintomi: fiato corto, battito cardiaco alterato, dolore al petto, occorre consultare con tempestività il medico.

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