Cristina D’Avena canta per Fratelli d’Italia

Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo del concerto di Cristina D’Avena per Fratelli d’Italia.

Giovedì 15 dicembre la cantante più famosa in Italia quando si pensa alle sigle dei cartoni animati, Cristina D’Avena, si è esibita sul palco di un evento di Fratelli d’Italia. L’invito che la cantante ha accettato ha acceso il dibattito attorno alla sua carriera, che l’ha portata ad essere eletta icona della comunità LGBTQ+ italiana, e alla partecipazione all’evento, organizzato da uno dei partiti più conservatori soprattutto in merito ai diritti.

Come ne ha parlato la stampa italiana?

Il Post si concentra sul simbolismo che ha arricchito la performance di D’Avena. Si legge infatti “è salita sul palco […] con una gonna dai colori che ricordano quelli della bandiera arcobaleno, uno dei simboli più importanti della comunità LGBTQ+. D’Avena ha cominciato la propria esibizione cantando Una spada per Lady Oscar”. Prima dell’esibizione la cantante ha affermato che il cartone animato in questione – fortemente queer – è “un inno all’amore universale, senza distinzioni”.

Vengono poi riprese le dichiarazioni della stessa D’Avena pubblicate sui social nei giorni precedenti all’evento. La cantante aveva detto di aver accettato “un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera” e che si sarebbe recata ovunque fosse “ben voluta e accolta”.

In questa direzione si muove anche l’Ansa, che nel titolo inserisce – pur senza virgolettarle – le parole di D’Avena “Cristina D’Avena, io alla festa FdI? Canto ovunque sia ben voluta”. L’articolo si compone sostanzialmente delle dichiarazioni della cantante, intervallate ed espanse dal commento di chi scrive. Si legge quindi che lei si esibisce “Nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano”, elencando una molteplicità di luoghi anche contrastanti o per lo meno così presentati.

Le sue parole si concentrano infine sull’unione che nasce dalla musica: “E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta. Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l’amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano”.

Anche Vanity Fair si concentra sulle dichiarazioni di D’Avena che intendono fermare il dibattito sorto attorno al suo concerto per FdI. Per dare maggior sostegno alle parole della cantante, vengono riportate anche quelle di Fiorello, che ha preso le sue difese: “Ognuno deve essere libero di esprimersi come e dove vuole. Io ho cantato per i comunisti e lei per la Meloni”.

Meno pacati sono i toni che si leggono su Il Fatto Quotidiano, nella sezione Blog. Già dal titolo si nota la vena critica: “Cara Cristina D’Avena, alla festa di Fratelli d’Italia attenta a non confondere Pollon con Pillon!”. Il corpo del testo si rivolge direttamente alla cantante, accusandola di essersi schierata a destra e coprendo il tutto con un sottile velo d’ironia.

Si legge infatti “Tu hai detto che non porti ideologie, ma la tua musica; non è così, tu fai molto di più: cambi la percezione mentale dell’estrema destra, la purifichi, togli via tutte le vecchie incrostazioni ideologiche, le scorie del passato, spalanchi un portone fiabesco e “puffesco”, ci salvi dal regno dei morti e ci porti tra i viventi e i gaudenti, trasformi Faccetta nera in Faccetta blu, ti rendi conto?”.

Leggo, scrivo e ne parlo. Sono una giornalista, un'insegnante. Mi occupo di diritti e conduco il podcast Cristianə a chi?

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