Aerei fantasma, serio rischio ambientale

Gli aerei “fantasma”, sono voli che percorrono i propri itinerari anche senza trasportare passeggeri. Un fenomeno che ha subìto una forte accelerata con il periodo pandemico.

I cieli di tutta Europa sono sorvolati ogni giorno da aerei vuoti al fine di conservare gli slot di decollo e atterraggio negli aeroporti, come da legge europea. È questa la denuncia degli ambientalisti. Secondo Greenpeace tali pratiche causano un enorme danno ambientale, pari a quello provocato dalle emissioni annuali prodotte da oltre 1,4 milioni di veicoli. Stando ai dati diffusi da IATA, International Air Transport Associazioni, il traffico aereo ha subito un notevole incremento in continua evoluzione. Il trasporto aereo contribuisce con il 2% al totale globale delle emissioni di gas serra, ed il trend sembra essere in aumento e se da un lato il traffico aereo è un’importante risorsa per il nostro Paese, dall’altro pone una serie di problemi ambientali, legati ai vari tipi d’inquinamento generati dagli aerei: rumore, inquinamento atmosferico, emissione di gas serra.

INSOSTeNIBILITÀ AEREA

Sono numerosi i movimenti ambientalisti che denunciano l’insostenibilità del settore aereo, sostenendone una riconversione ecologica irrealistica, ossia di rinunciare a volare ed usare mezzi di trasporto meno impattanti. Alcune Compagnie aeree stanno considerando seriamente la possibilità, tanto che ad esempio, Boeing e Airbus, giganti del settore a livello mondiale, stanno investendo nella ricerca, per ridurre le “esternalità negative” dei costi ambientali del volo civile.

I GAS SERRA MINACCIANO L’AMBIENTE

Il problema della conservazione dell’ambiente è sicuramente una delle sfide più gravi che il genere umano si trova ad affrontare, e un aspetto di grande importanza in questo ambito riguarda la produzione dei gas serra. Data la rilevanza della posta in gioco, non si può però affrontare la questione in termini esclusivamente emotivi, anche se le emozioni sono alla base del meccanismo che ci spinge ad agire, e svolgono quindi un ruolo per lo più positivo”. Trattandosi di valutazioni basate su parametri variabili, i dati disponibili sono spesso incerti e discutibili. Sebbene le stime evidenzino cifre irrisorie, i ricercatori e i costruttori del settore aeronautico stanno mettendo a punto nuovi materiali e nuovi sistemi propulsivi per ridurre le emissioni degli aerei. Per problemi tecnici e costi economici e ambientali elevati, i biocombustibili non sono però ancora impiegati in modo significativo dalle compagnie aeree. Gli ostacoli maggiori all’utilizzo degli aerei elettrici, sono soprattutto di natura tecnologica. La NASA ritiene sia possibile una realistica alternativa agli attuali jet commerciali richiede 2.4 MW di potenza, corrispondente all’energia utilizzata da 2.000 abitazioni.

I TEMPI DELLA CONVERSIONE

Un documento della NASA del 2016 prevedeva l’introduzione di carburanti a basso contenuto di carbonio per motori convenzionali a partire dagli anni immediatamente successivi, ma di fatto ciò non è ancora avvenuto. Si pensa che una almeno parziale introduzione della propulsione elettrica in aeronautica potrebbe avvenire nei prossimi 15-20 anni. Una soluzione più facilmente realizzabile a medio termine è probabilmente la propulsione ibrida: pochi generatori a turbina molto efficienti che alimentano molti motori elettrici. Questo consentirebbe di adottare soluzioni di propulsione distribuita che garantirebbero significativi vantaggi aerodinamici e di architettura e quindi minori consumi.

LA PROPULSIONE ELETTRICA

La propulsione elettrica potrebbe essere la soluzione per azzerare le emissioni in volo, ma potrebbe contribuire altresì ad un incremento notevole dei problemi legati all’estrazione, all’esaurimento delle materie prime e allo smaltimento a fine vita dei componenti del sistema di propulsione elettrica.

SCENARIO MACROECONOMICO NELLA FASE DI ESPANSIONE GLOBALE

Nel corso degli ultimi dieci anni il traffico aereo internazionale è cresciuto a ritmi sostenuti. I dati forniti dall’Airports Council International (ACI) indicano come il numero di passeggeri trasportati è cresciuto da circa 3,6 miliardi nel 2000 a 4,8 miliardi alla fine del 2007 mentre il volume del traffico merci internazionale raggiungeva il 3% nel gennaio del 2007 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 6% nel gennaio 2008. In Europa tra il 2006 e il 2007 si è registrata una crescita del 7,4%, acquisendo una quota del 31% del totale dei passeggeri trasportati a livello globale, seconda solo a quella detenuta dal Nord-America (32%). Tra il 2000 e il 2007, ad esempio, il PIL globale è cresciuto ad un ritmo pari a circa il 72%. Tenuto conto che il cargo aereo trasporta approssimativ amente il 35% del valore dei beni scambiati su scala internazionale, secondo quanto specificato da IATA, i dati sul commercio internazionale sono una spinta propulsiva che gli scambi commerciali hanno dato al traffico aereo internazionale.

CONCLUSIONI

Non essendoci dati concreti su cui basarsi, è difficile stabilire con esattezza l’impatto che i gas serra hanno sull’ambiente, pur essendo però evidente che si è di fronte ad un’emergenza climatica che impone l’adozione di misure idonee a ridurre gli effetti negativi delle sostanze inquinano sulla atmosfera terrestre.

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