montgomery e stalin come la Gran Bretagna ha ingabbiato la Russia in Africa

Come la Gran Bretagna ha ingabbiato la Russia in Africa (e come gli Stati Uniti potrebbero oggi fare lo stesso)

LA POLITICA MILITARE BRITANNICA IN AFRICA DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE

La politica imperiale britannica del secondo dopoguerra ebbe come scopo principale quello di arginare l’accesso al Mediterraneo e in Africa dell’Unione Sovietica. Ciò evidenziava la vecchia linea di riferimento bifronte della Gran Bretagna: rafforzare la stabilità interna e la sicurezza esterna dell’Impero.

Il dopoguerra si presentava difficile per Londra e il grande impero iniziava a scricchiolare. Il conflitto aveva portato dei grossi problemi al sistema: da un lato la crisi in India, dall’altro quella dei rapporti con l’Egitto e il Medio Oriente e la situazione sull’altopiano iranico. Per Londra era necessario garantire la libertà di navigazione attraverso le linee di comunicazione dell’Impero. Per raggiungere questi scopi l’Impero britannico aveva bisogno di solide posizioni strategiche lungo le rotte commerciali.

Come la Gran Bretagna ha ingabbiato la Russia in Africa (e come gli Stati Uniti potrebbero oggi fare lo stesso).
L’Impero Britannico

LA GABBIA BRITANNICA

Con la fine della seconda guerra mondiale dall’India alla Palestina si stavano scardinando tutti i punti chiave delle rotte dell’impero, una situazione critica alla quale si aggiungeva anche l’annosa questione delle ex colonie italiane in Africa. I possedimenti del Belpaese nel continente tagliavano infatti le linee di comunicazione imperiali, esponendole di fatto a una possibile ingerenza da parte dell’Unione Sovietica.

L’IMPERO E IL PROBLEMA DELLE COLONIE ITALIANE

Per questo, già durante la guerra, i diplomatici britannici avevano iniziato a corteggiare i leader religiosi della Senussia che controllavano l’area Cirenaica confinante con l’Egitto. Furono persino avanzate proposte per fare della Libia una provincia egiziana. Mentre in Africa orientale, al fine di mantenere sotto il proprio controllo le rotte verso Suez, la diplomazia britannica e in particolare il ministro Ernest Bevin, proposero la creazione di una Grande Somalia.

IL DISEGNO STRATEGICO dell’Impero

Sin dal 1946 lo Stato Maggiore Britannico iniziò a redigere dei piani per lo spostamento dell’asse difensivo dell’Impero dal Medio Oriente, dove si trovava il Quartier Generale, all’Africa.

L’assunto che aveva portato gli organi militari britannici a realizzare lo studio era che, in una probabile guerra, le rotte nel Mediterraneo si sarebbero trovate in prima linea, rendendo impossibili eventuali grandi operazioni logistiche.

Il disegno strategico di Londra prevedeva pertanto l’installazione del Quartier Generale a Nairobi in Kenya. Da lì si sarebbe potuto gestire una grande operazione in caso di guerra nel Mediterraneo. Tuttavia questo disegno prevedeva la costruzione di nuove infrastrutture che avrebbero interessato l’intero continente.

IL NUOVO CONCETTO DIFENSIVO

Prima di stilare le necessità del nuovo sistema difensivo imperiale, il Capo di Stato Maggiore Imperiale, generale Montgomery si recò in una lunga visita in tutte le posizioni principali dell’Impero.

Lìintento dello Stato Maggiore Britannico era quello di creare una fascia strategica tra la costa occidentale dell’Africa (Nigeria) e quella orientale (Kenya).

Questo assetto avrebbe garantito il supporto logistico alla linea di operazioni avanzate, che nella maggior parte delle analisi era considerata quella mediterranea.

In questo scenario i vari territori dell’impero avrebbero avuto una loro specifica funzione: Aden rimase la posizione chiave per il controllo del Mar Rosso; il Kenya sarebbe stato destinato ad ospitare la sede del Quartier Generale delle forze del nuovo complesso strategico e centro di una vasta rete di infrastrutture logistiche. Nell’estremo oriente Montgomery riteneva che l’India avesse potuto ancora dare il suo contributo previo accordo con i nuovi governi autonomi, mentre Singapore avrebbe ospitato un consiglio permanente per la difesa dell’Asia Orientale. Le remote isole dell’Australia e della Nuova Zelanda avrebbero costituito dei punti per la sperimentazione di nuovi armamenti.

In questa nuova concezione dei piani britannici nell’area, le basi mediterranee e nel Medio Oriente ricoprivano una funzione offensiva, mentre la nuova linea di difesa si sarebbe dovuta realizzare sulla linea dell’equatore. L’idea venne elaborata dallo staff di pianificazione britannico e nel 1946 vennero preparati i primi studi che affrontavano la questione dal punto di vista militare, politico ed economico.

Lo scopo finale sarebbe stato quello di costituire una alleanza africana del Commonwealth in grado di opporsi all’eventuale aggressione sovietica.

CREARE GLI ASSET STRATEGICI PER L’IMPERO

La realizzazione del sistema difensivo britannico in Africa passava anche per la realizzazione di una fitta rete aeroportuale e stradale. Ciò sarebbe servito per garantire il rapido dispiegamento di truppe e collegare così i nodi già presenti nell’Egitto Anglo-egiziano con quelli sud africani. Infine, per supportare la guerra moderna non potevano mancare le reti di telecomunicazioni che avrebbero dovuto assicurare il comando e controllo.

Il progetto britannico prevedeva anche l’incremento delle industrie presenti in Africa. La prima grande area di intervento era dedicata a quella estrattiva, ma soprattutto alla costruzione di dighe per generare energia elettrica. 

CRITICITA’

Questa politica per diverse ragioni si rivelò insostenibile per la sola Gran Bretagna. Il progressivo ridimensionamento dei grandi imperi europei iniziato nel lontano oriente, sin dalle ultime fasi della guerra mondiale, comportò il progressivo interesse di altre nazioni coloniali per l’Africa, prima fra tutte la Francia.

La necessità di mantenere l’Africa estranea alla presenza russa e la creazione di una terza via al Third world power, fece avvicinare e dialogare Paesi anche diversi tra loro, ma che avevano in comune interessi nel continente.

L’impero britannico e quello statunitense a braccetto

Lo scopo di Londra era quello di mantenere la propria centralità, soprattutto tra i paesi coloniali europei, in maniera da estendere ai rispettivi territori oltremare le forme di collaborazione proposte per la difesa dell’Europa.

Tuttavia, la situazione internazionale e gli affanni interni non consentirono la realizzazione dei piani di Londra, lasciando di fatto il compito principale di protezione del Mediterraneo e dell’Africa alla potenza statunitense.

Quest’ultima prese in consegna e declinò a suo modo la concezione britannica di contenimento dell’avversario sovietico, continuando di fatto la vecchia politica di Londra nei confronti della Russia. Una politica che, visti i recenti avvenimenti, potrebbe tornare fortemente d’attualità.

Emanuele Di Muro. Si diletta a correre maratone attraverso i sentieri della storia.Il suo anno di nascita ha irrimediabilmente condizionato la sua propensione a elaborare strampalate previsioni geopolitiche.#Runninginhistory

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