L’importanza di un telegramma: storia dell’indipendenza della Romania

Può un telegramma cambiare il corso della storia? Assolutamente, come dimostrano le vicende che hanno portato all’indipendenza della Romania.

La Romania è uno stato della penisola Balcanica, situato nella parte più orientale. Confina con Ucraina e Moldavia, con l’Ungheria, con la Bulgaria e con la Serbia, e si affaccia per quasi 250 km sul Mar Nero.

La comunità romena è la più numerosa in Italia, perciò è naturale cercare di approfondire le vicende passate di questa comunità, al fine di conoscere meglio le dinamiche storiche che spesso hanno intrecciato quelle italiane, soprattutto negli ultimi due secoli.

PREMESSA

La penisola balcanica è per l’Italia un naturale spazio geopolitico, eppure nell’immaginario nazionale questa zona si ferma a quella che si definisce Balcania occidentale. I principali interessi geopolitici italiani si sono sempre fermati sull’altra sponda adriatica, ma non l’interesse e la conoscenza delle dinamiche politiche della parte orientale della penisola.

La Romania e la penisola Balcanica
La Romania e la penisola Balcanica

La conoscenza delle vicende storiche della penisola contribuisce a comprendere le dinamiche e le relazioni odierne nell’area. Questa regione nel corso dei secoli ha subito influenze venete, asburgiche, russe e ottomane. Ma come e quando la Romania è arrivata a rendersi indipendente?

L’area dell’odierna Romania sin dall’età moderna è stata sotto il controllo ottomano, che lasciò l’amministrazione ai nobili locali, ed è da sempre strettamente legata alla storia dei Principati di Moldavia, di Valacchia e della Transilvania. L’area dell’odierna Romania attirò le mire dei grandi imperi confinanti che si trovarono spesso in guerra tra loro per raggiungere posizioni strategiche importanti. Basti ricordare i territori della c.d. Bessarabia che vennero occupati dalle truppe russe, mentre la parte settentrionale della Transilvania fu occupata dall’Impero asburgico. La Valacchia, la parte meridionale della Romania divenne presto una zona sotto il controllo di San Pietroburgo, a seguito della guerra tra Russia e Impero Ottomano (1828).

LA QUESTIONE ORIENTALE

Già dalla fine del XVIII secolo l’impero ottomano stava affrontando una fase di forte declino e da tempo aveva rallentato la sua spinta espansiva. Gli spazi lasciati da Istanbul erano sempre più contesi dalla corona asburgica e dalla Russia, sebbene il Sultano aveva un grande alleato, la Gran Bretagna, che non aveva l’interesse a demolire quello che tutti chiamavano il gigante dai piedi di argilla. La politica britannica era infatti quella di ingabbiare la Russia ed evitarne l’espansione verso il Mediterraneo.

A partire dalla guerra di Crimea. Londra aveva mirato a tutelare la Sublime Porta anche attraverso il supporto economico da parte di banche britanniche. Ciononostante i forti debiti accumulati dall’Imper Ottomano portarono all’aumento dei tributi alle popolazioni balcaniche che iniziarono a manifestare il loro malcontento.

Il principato di Romania
Il principato di Romania

LA ROMANIA E LA QUESTIONE ORIENTALE

I primi segnali di insofferenza rumena si ebbero già nel 1821, quando le popolazioni di Valacchia e Moldavia si sollevarono. Ma la prima svolta avvenne nell’anno delle rivoluzioni popolari del 1848. Anche le popolazioni rumene sulla scia delle altre popolazioni continentali scesero in piazza per chiedere l’autonomia amministrativa, l’abolizione della servitù della gleba. Tuttavia, la rivolta terminò a causa dell’intervento delle truppe russe, a seguito di un accordo tra Istanbul e San Pietroburgo.

La spinta autonomista delle popolazioni della Romania trovò un primo successo all’indomani della guerra di Crimea. Infatti il 24 gennaio 1859, la Moldova occidentale e la Valacchia si unirono in un unico principato sottoposto alla Sublime Porta.

Quando scoppiò la grande crisi del 1875, i diplomatici del principato rumeno avevano chiara la propria politica estera: raggiungere l’indipendenza.

Nella disputa tra i due grandi imperi confinanti, il principe Carlo, futuro primo re di Romania, cercò di raggiungere un primo accordo con gli ottomani e ottenere uno status di indipendenza.

Ma il corso degli eventi portò la Sublime Porta a rifiutare le richieste rumene e consegnare di fatto il supporto, anche militare, di Bucarest alla causa russa. Infatti, la firma dell’accordo tra Romania e Russia, pose le basi per l’indipendenza. Il trattato venne siglato il 16 aprile 1877 e aveva tra i suoi punti quello di mantenere l’integrità territoriale del principato.

LA GUERRA 1877-78 E LA DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA

La guerra russo-turca divenne ben presto per la Romania una guerra per l’indipendenza. Sin dai primi scontri il Principe Carlo I propose allo Zar Alessandro II di consentire alle truppe rumene di prendere parte attivamente al conflitto. Ma da parte russa la sicurezza di una rapida vittoria portò a declinare il supporto offerto.

La guerra però si intensificò, e le truppe ottomane misero in difficoltà quelle russe in un lungo assedio presso la piazzaforte di Plevna.

L’assedio durò circa 5 mesi. Per riuscire ad avere la meglio sulle truppe ottomane il Granduca Nicola, comandate russo, inviò un telegramma al Principe Carlo, chiedendo l‘intervento rumeno.

Il telegramma russo assunse un valore epocale per i rumeni. Infatti la disastrosa situazione sul campo di battaglia rese necessario un rinforzo per espugnare la fortezza.

Il telegramma cifrato del Gran Duca Nicola che chiedeva il supporto rumeno
Il telegramma cifrato del Gran Duca Nicola che chiedeva il supporto rumeno

Il 21 maggio 1877 Carlo I di Romania dichiarava il proprio regno indipendente dell’impero ottomano.

Il determinante sforzo bellico rumeno non consentì al principe di prendere parte ai negoziati di pace, anzi al termine del negoziato di Santo Stefano, la Romania subì un smacco politico da parte dell’alleato Russo. Infatti, la regione della Bessarabia venne acquisita dallo Zar al fine di sistemare strategicamente le posizioni del suo grande impero.

LE TRATTATIVE DIPLOMATICHE

La situazione generata dall’azione russa stava per scaturire in un conflitto aperto tra le truppe di San Pietroburgo e quelle rumene. Infatti, la situazione che si sarebbe determinata con l’acquisizione dei territori sul Mar Nero da parte russa avrebbe messo in crisi il sistema internazionale e proiettato la Russia dal Mar Nero al Mediterraneo.

Per questo motivo, venne convocato, nel luglio 1878, a Berlino un Congresso per stabilire il bilanciamento tra le potenze europee ed evitare che lo scontro diventasse più esteso.

A Berlino, la Romania ottenne che fosse riconosciuta l’indipendenza e mantenuta la propria integrità territoriale.

Tuttavia, dovette cedere i territori meridionali della Bessarabia alla Russia, in cambio però della Drobudja, il delta del Danubio e l’isola dei Serpenti.

Nonostante l’acquisizione di uno sbocco sul mar Nero e di nuovi territori, i rappresentanti rumeni si sentirono traditi dall’alleato russo.

conclusioni

L’ atteggiamento russo lasciò una profonda ferita nella memoria collettiva rumena. Il timore che la propria integrità territoriale potesse essere ben presto minacciata portò il Re Carlo I ad avvicinare la Romania al mondo germanico, sia per motivi personali dal momento che era un di origine tedesca, ma soprattutto per motivi strategici. Fu così che la politica estera e militare rumena aprì le porte alla Triplice Alleanza, in chiave anti russa.

Emanuele Di Muro. Si diletta a correre maratone attraverso i sentieri della storia.Il suo anno di nascita ha irrimediabilmente condizionato la sua propensione a elaborare strampalate previsioni geopolitiche.#Runninginhistory

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