True Data: astensione e coalizioni incerte, 4 italiani su 10 incolpano i partiti

I test sono finiti, ma all’esame finale la politica italiana ci arriva carica di incertezze. La tornata doppia del voto amministrativo, coi suoi ballottaggi e il referendum sulla giustizia, ha rappresentato l’ultima. Ora si guarda a un 2023, carico più di incognite che di certezze, col sonno della politica che – senza generare mostri – fa addormentare gli elettori. Sul voto delle politiche del prossimo anno incombono astensionismo record e coalizioni incerte. Per gli italiani, disaffezione alle urne e alleanze poco chiare hanno un solo responsabile: la politica. E’ quanto emerge chiaramente dal sondaggio settimanale di True Data.

4 italiani su 10 incolpano la politica

L’alta astensione alle ultime amministrative? Colpa della classe politica attuale ritenuta incapace e lontana dalle esigenze della gente comune. A pensarlo è il 46,6% degli italiani intervistati da Termometro Politico nel consueto sondaggio settimanale realizzato tra il 28 e il 30 giugno. Tra le altre cause della forte astensione, i rispondenti indicano lo scarso senso civico degli elettori (21,9%); e il fatto che votare non serve più a nulla visto che le decisioni vengono prese dai mercati, dall’alta finanza o da burocrati (24,3%). Solo il 5% ritiene l’alta astensione un fenomeno occasionale dovuto al fatto che d’estate l’affluenza tende a essere bassa.

Guardando alle prossime politiche ci si interroga con quali schieramenti i partiti si presenteranno alle urne. Lo scenario più quotato (30,3%) vede un centrosinistra (Pd-M5S-Sinistra Italiana/Verdi e altri) contrapposto al centrodestra tradizionale e al centro (Azione/+Europa e Italia Viva). Segue l’ipotesi di un campo largo (Pd-M5S-Sinsitra Italiana/Verdi, Azione/+Europa, Italia Viva e altri) contrapposto al centrodestra tradizionale. L’11,1% crede plausibile un’alleanza di centrosinistra tra Pd e Centro contrapposta al centrodestra e il M5S da solo. Meno consensi riscuotono gli altri scenari: da un centrosinistra classico contrapposto a un centrodestra diviso tra Fdi/Lega e Forza Italia/Centro (7,3%); a ognuno che andrà per conto suo perché si tornerà al proporzionale (8,8%).

L’assenza di un’idea di Paese

Per gli analisti di Osservatorio Globalizzazione, il quadro non è mutato. I cali di consenso del governo Draghi o il quasi nullo consenso raccolto finora da Insieme per il Futuro di Luigi Di Maio. Il problema principale della politica, di governo come di piazza, è la totale difficoltà nel far ravvivare l’attenzione e l’interesse dei cittadini circa la natura decisiva per il bene della polis del corretto gioco istituzionale.

Manca un’idea di Paese. Le elezioni sono viste come redde rationem tra forze polarizzate e non come l’apoteosi della stabilità democratica. I programmi vengono piegati e distorti per poter fungere da strumento per il muro contro muro elettorale. Alla campagna elettorale permanente, paradossalmente, corrisponde un vuoto di pensiero politico che è senza precedenti.

In Italia, dopo crisi della Seconda Repubblica, pandemia e tensioni interne si sente più forte che mai il richiamo a un pieno rinnovamento del patto repubblicano, incardinato sulla Costituzione a cui debba conformarsi l’azione organica dello Stato, dei suoi poteri e della sua classe dirigente. Tale rinnovamento non può che non passare con il pieno esercizio del primato della politica, che negli anni scorsi ha preferito annacquare nella “tecnica” o nell’emergenza decisioni decisive penalizzando, in sostanza, lo stesso processo politico.

Serve “realizzazione”, per parafrasare Alcide de Gasperi. Realizzazione di uno Stato organico, coeso, in cui la stessa politica non abbia il timore di ribadire il suo primato nell’azione legislativa ed esecutiva ma al tempo stesso rifugga dalla tentazione di un utilizzo partigiano e fazioso delle cariche e degli apparati dello Stato. Sono essi ad assicurarne la continuità oltre l’alternanza dei cicli politici: mettere a rischio la neutralità di istituzioni come Polizia, forze armate e intelligence sarebbe un rischio grave per la coesione del Paese ed è un comportamento che, troppo spesso, una politica sempre meno propositiva verso i cittadini fa, bulimica di influenza perché incapace di capire davvero il potere. L’autunno potrebbe, con le tensioni economiche, energetiche e geopolitiche, far suonare la campana e ricordare che la ricreazione è finita.

True Data

True Data è il nuovo approfondimento settimanale di True News, in collaborazione con Termometro Politico, Osservatorio Globalizzazione e The Pitch. Ogni settimana partiremo da una tematica di attualità nel nostro paese. Lo approfondiremo a livello demoscopico – con un sondaggio realizzato ad hoc – e a livello internazionale – con i dossier dei nostri analisti.
Vi aspettiamo ogni venerdì, con il sondaggio di Termometro Politico, l’analisi di Osservatorio Globalizzazione e i contenuti multimediali di The Pitch, coordinato dalla rete di True News.

Classe 92', fondatore e direttore di The Pitch. Stefano vanta una laurea in Storia, una in Relazioni Internazionali, oltre a innumerevoli esperienze lavorative sottopagate. Sogna di commentare un’elezione presidenziale negli USA e il Fano in Serie B: ambedue da direttore di The Pitch.

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